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Gli esuli: fasi dell’espatrio e luoghi d’asilo

Il termine esule deriva dal latino exilium, composto dal prefisso ex- «fuori» e solum «terra»: significa quindi «chi è lontano, chi va via dalla (propria) terra». L’esilio, cioè l’allontanamento dalla patria, può essere una pena impostauna condanna comminata dall’autorità giudiziaria oppure una scelta a cui l’esule si sente obbligato per sottrarsi a persecuzioni e per poter continuare a esercitare alcuni diritti, per esempio quello di libera espressione e associazione, che nel suo paese d’origine non gli sono più garantiti.
Nel Risorgimento italiano si incontrano figure di entrambi i tipi: dai più famosi Mazzini e Garibaldi, condannati a morte in contumacia, ad altri meno noti, ma significativi per la circolazione delle idee liberali e per l’affermazione di un’opinione pubblica favorevole all’unità e all’indipendenza dell’Italia.
Vediamo insieme chi furono i protagonisti di quella migrazione politica, in quali fasi questa si articolò, quali paesi accolsero i fuoriusciti italiani, se e in qual modo gli esuli si integrarono nelle comunità d’arrivo, con quali altri rifugiati vennero in contatto, quale fu il loro contributo alla circolazione di idee liberali in Europa e nel mondo e quale funzione svolsero per il processo di unificazione nazionale.

GLI ESULI, I RIFUGIATI POLITICI DEL RISORGIMENTO

Dalla Rivoluzione francese alla Restaurazione

L’Inghilterra e gli esuli 
(1815-1870)

Tra due insurrezioni 
(1820-1848)

Il decennio di preparazione 
(1849-1859)

La mappa rappresenta le fasi dell'espatrio e i luoghi d'asilo degli esuli italiani nel Risorgimento.

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