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Sei in: Fare l'Italia, fare gli italiani - Il completamento dell’unità e la costruzione dello Stato - 2 SPAZI, TEMPI, EVENTI - 2.4 La Terza guerra d'indipendenza - L'Italia si allea con la Prussia per acquisire il Veneto 

Con la Terza guerra d’indipendenza, dal 20 giugno al 13 agosto 1866, il Regno d’Italia acquisì il Veneto, il Friuli e la provincia di Mantova, pur senza ottenere il Trentino, Gorizia e Trieste con l’Istria. Erano trascorsi cinque anni dalla proclamazione del Regno d’Italia.
La guerra fu breve e vide schierati il Regno d’Italia e il Regno di Prussia  contro l’Impero austriaco, mentre Napoleone III di Francia manteneva una posizione formalmente neutrale.
Da tempo la Prussia e l’Austria si contendevano l’egemonia sugli stati tedeschi e il cancelliere prussiano Otto von Bismarck, alla vigilia del conflitto con l’Austria, ai primi del 1866, ritenne utile proporre al Regno d’Italia un’alleanza che avrebbe costretto l’Austria a dividere il proprio esercito per combattere su due fronti: a nord e a sud.
Il Primo ministro italiano, il Generale Alfonso La Marmora, prese tempo e dopo qualche settimana inviò il generale Govone a Berlino per avviare le trattative e valutare le reali intenzioni di Bismarck e l’efficienza dell’esercito prussiano. Nel frattempo anche l’Austria prese caute iniziative diplomatiche per garantirsi la neutralità italiana, promettendo, in caso di vittoria sulla Prussia, la cessione amichevole del Veneto al Regno d’Italia.
Che cosa, allora, convinse il Governo e il Re a scegliere l’alleanza con la Prussia e la partecipazione ad una guerra, probabilmente inutile, che si sarebbe rivelata disastrosa per l’Italia?
La mancata acquisizione del Veneto nel 1859 per l’armistizio di Villafranca era presente nel dibattito politico dei primi anni di vita del nuovo Regno e veniva riproposta costantemente nella propaganda patriottica e nei giornali. L’ultima battaglia della Seconda guerra d’indipendenza, a Solferino, aveva visto protagonisti soprattutto Napoleone III e l’esercito francese, mentre lo scontro di San Martino in cui aveva combattuto l’esercito di Vittorio Emanuele II era stato un episodio di minore importanza, per quanto enfatizzato dalla propaganda successiva.
Il re, una parte della Corte e lo Stato maggiore dell’esercito cercavano un’occasione per affermare, agli occhi dell’Europa, la forza militare del regno appena costituito riscattando la prova modesta della Seconda guerra d’indipendenza.
L’8 aprile fu quindi firmato il trattato di alleanza tra Prussia e Italia e l’Italia il 20 giugno dichiarò guerra all’Austria.
Nel frattempo, nel mese di maggio, Garibaldi iniziò il reclutamento del Corpo Volontari Italiani in nome del re Vittorio Emanuele II di Savoia: allo scoppio della guerra i volontari accorsi da tutta Italia, ma soprattutto dal Veneto e dal Lazio, erano poco più di 38.000.
La guerra fu disastrosa: l’esercito italiano fu sconfitto a Custoza (24 giugno) e nella battaglia navale di Lissa (20 luglio). Le uniche vittorie italiane furono quelle di Garibaldi in alcuni scontri nelle vallate alpine, culminati nella battaglia di Bezzecca (21 luglio).
Il 3 luglio l’esercito prussiano aveva battuto gli austriaci a Sadowa e questa vittoria segnava di fatto la fine della guerra.
La cessazione delle ostilità fu siglata con due armistizi distinti tra l’Austria e l’Italia e tra l’Austria e la Prussia. La pace, per l’Italia, fu definita il 3 ottobre 1866 con il trattato di Vienna: il Veneto veniva ceduto dall'Austria alla Francia, che lo avrebbe poi trasferito all'Italia, previo il consenso degli abitanti tramite un plebiscito, che in effetti si tenne poche settimane dopo, il 21-22 ottobre.

 

Il film Senso (1954), di Luchino Visconti è ambientato tra Venezia e Verona proprio negli anni della Terza guerra d’indipendenza. La scena iniziale mostra un momento della propaganda patriottica al Teatro La Fenice. Per vederla clicca qui

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Area d’azione dei volontari garibaldini

Schieramenti esercito regio

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