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Sei in: Fare l'Italia, fare gli italiani - Il completamento dell’unità e la costruzione dello Stato - 2 SPAZI, TEMPI, EVENTI - 2.3 Grandi potenze europee e indipendenza italiana - La guerra del 1866: Bismarck contro l'Austria

La guerra del 1866: Bismarck contro l’Austria

Quando nell’aprile del 1866, l’Austria subodorò l’accordo militare sottoscritto fra Italia e Prussia, cominciò ad armarsi per
potersi difendere da un probabile attacco. Bismarck ne approfittò, accusando l’Austria di provocazione. L’Austria, per
sentirsi meno accerchiata, fece offrire all’Italia da Napoleone III il Veneto, purché essa abbandonasse I’alleanza con la
Prussia. Ma il re Vittorio Emanuele volle tener fede alla parola data e nel giugno 1866 iniziò la guerra.
Gli stati meridionali della Confederazione germanica si schierarono a fianco dell’Austria, ma erano troppo deboli e lenti
nell’organizzarsi, per impensierire Bismarck. L’Austria dovette dividere le sue truppe su due fronti, quello italiano (dove
vinse prima a Custoza e poi nella battaglia navale di Lissa) e quello settentrionale in Boemia, dove riuscì a inviare un
esercito di 250.000 uomini contro i 300.000 e più dei prussiani.

Un vantaggio di Bismarck erano le sei nuovissime linee ferroviarie che gli permisero di movimentare molto velocemente le truppe, mentre gli austriaci potevano contare su una sola linea ferroviaria.
Lo scontro fra Prussia e Austria avvenne a Sadowa, dove gli austriaci furono sconfitti così gravemente, che il re
Guglielmo I voleva proseguire la marcia fino a conquistare Vienna. Bismarck a fatica lo convinse a fermarsi, nel timore
di umiliare un avversario ancora potente, legato da stretti rapporti con le altre potenze europee.
Il successivo trattato di pace di Nikolsburg fu piuttosto favorevole alla Prussia, che ottenne molto dall’Austria; poté
costituire la Confederazione degli stati del Nord, al posto della Confederazione germanica del 1815, comprendente
anche lo Schleswig-Holstein, ed escludendo l’Austria, tolse la scena agli stati tedeschi del Sud sempre più deboli e
pronti a confluire nell’Impero prussiano (come avvenne nel 1871).
Infine per tenersi buono Napoleone III, lo coinvolse nelle trattative con l’Italia, che per la fretta non era stata chiamata al tavolo delle trattative di pace. Fu quindi Napoleone III a fare da intermediario fra Austria e Italia per la cessione del Veneto.

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