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Sei in: Fare l'Italia, fare gli italiani - L'impresa dei Mille - 3.2. SOGGETTI e PROTAGONISTI - Le biografie - István (Stefano) Türr

István (Stefano) Türr

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Stefano Türr

István (Stefano) Türr (Baja 1825 – Budapest 1908)

La vita lunga e avventurosa dell’ungherese István, in italiano Stefano, Türr costituisce un ottimo esempio di come il Romanticismo abbia segnato le esperienze dei singoli. Con le sue parole d’ordine: libertà e giustizia per i popoli oppressi e guerra agli oppressori, il movimento romantico intrecciò le storie di persone di differente lingua e cultura creando un “comune sentire” fra popolazioni diverse.

A buon diritto la vicenda umana di Stefano Türr può essere considerata “romanticamente esemplare”. Egli, infatti, dedicò la prima parte della propria esistenza a lottare per l’indipendenza e la libertà dei popoli, in particolare italiano e ungherese, divenne poi un suddito leale e importante del Regno d’Italia e del Regno d’Ungheria, infine, dopo aver progettato e costruito canali in giro per il mondo, impiegò i suoi ultimi anni in battaglie per la pace fra i popoli.

Ungherese per nascita e radici culturali, italiano d’adozione, francese per parentele acquisite, István Türr nasce nel 1825 a Baja, piccolo porto fluviale sul Danubio, nell’Ungheria meridionale, dove il padre aveva avviato un commercio di ferramenta. Nel 1848, mentre era di stanza a Milano, disertò dall’esercito imperiale per partecipare con il suo reggimento di granatieri ungheresi alla prima fase della Prima guerra d’indipendenza. Nel 1849 si arruolò con il grado di capitano nella Legione ungherese dell’esercito piemontese. Dopo la sconfitta di Novara (23 marzo 1849) e l’abdicazione di Carlo Alberto, gli esuli italiani e stranieri lasciarono il Regno di Sardegna per raggiungere i luoghi dove ancora si combatteva: mentre la gran parte si diresse a Roma per portare soccorso alla Repubblica, Türr se ne andò in Germania, nel Baden ancora in fermento. Nel 1854 si arruolò nella Legione anglo-turca. L’anno successivo, contando sulla protezione diplomatica dell’Inghilterra, osò traversare i territori dell’Impero asburgico, ma venne arrestato a Bucarest mentre stava acquistando dei cavalli. Le autorità austriache lo consideravano, naturalmente, un disertore e intendevano eseguire la condanna a morte, ma venne salvato dall’intervento di Londra: la regina Vittoria in persona si mosse e Türr fu liberato.  Nel 1859 è di nuovo in Italia, dove combatte al fianco di Garibaldi come capitano dei Cacciatori delle Alpi, e l’anno successivo lo segue nella Spedizione dei Mille, come ci testimonia il quadro di Gerolamo Induno sulla partenza dei Mille. È infatti István Türr l’uomo ritratto in abiti civili accanto a Garibaldi (e a Giuseppe Sirtori in divisa) mentre si imbarcano a Quarto. In tale occasione fu promosso generale di divisione. Garibaldi lo tenne sempre in grande stima e lo scelse quale governatore di Napoli, dove svolse un certo ruolo nella preparazione e nello svolgimento del plebiscito del 21 ottobre 1860.

Il legame con l’Italia si fece ancora più stretto nel 1861, quando sposò in Mantova Adelina Bonaparte Wyse, cugina dell’imperatore dei francesi, Napoleone III, mentre nello stesso anno la sorella di Adelina si univa in matrimonio con lo statista piemontese Urbano Rattazzi.

Nel 1867 rientrò in patria. Infatti la sconfitta austriaca nella guerra contro la Prussia aveva costretto l’imperatore Francesco Giuseppe a concedere una Costituzione e istituzioni liberali e una rinnovata autonomia per l’antico Regno di Ungheria, che venne definita Ausgleich, cioè parificazione fra le due nazioni.

Nel rinnovato clima politico del paese l’esule István Türr potrà, come altri fuoriusciti, svolgervi un ruolo importante e nella sua qualità di ingegnere realizzerà il canale Ferenc Csatorna, il canale Francesco, che, mettendo in comunicazione le vallate dei fiumi Tibisco e Maros, la parte più ricca dell’Alta Ungheria, con quella del Danubio, in una zona poco a nord di Újvidék, in Voivodina, consentirà di risparmiare ben quattrocento chilometri nel tragitto dall’Ungheria a Vienna.

Il successo di questa opera idraulica lo porterà poi in giro per il mondo a scavare canali: il suo nome è infatti coinvolto sia nella progettazione del canale di Panama sia nel completamento del canale di Corinto. In entrambi i casi non fu fortunato e non riuscì a portare a termine i lavori. Un riconoscimento alla sua competenza si può però leggere sulla targa ricordo del canale di Panama: «Se fin dall’inizio fosse stato applicato il piano di Türr, si sarebbe risparmiato tempo e denaro». 

Negli ultimi anni della sua vita impiegherà la sua autorevolezza e le sue relazioni internazionali per promuovere la pace fra le nazioni e il rispetto delle diversità. In controtendenza con il clima politico del tempo, completamente orientato al riarmo e all’espansione coloniale, Türr porterà il suo contributo di esperienza e di cuore al progetto, allora del tutto utopico, di costruzione di un’Europa unita. Ecco come si esprime in proposito su un giornale francese all’inizio del XX secolo. 


Io propugno la Pace, ma non la pace a ogni costo. Chiedo il disarmo parziale, ma a condizione che un Tribunale d’arbitrato salvaguardi con l’autorità dovuta, il diritto dei Popoli contro l’arbitrio dei Potenti […] I popoli devono poter conservare almeno la libertà di poter pregare il proprio Dio, di poter cantare e giurare nella loro lingua materna


Un curioso aneddoto sulla sua longevità è invece riportato da Paolo Brogi in La lunga notte dei Mille:

 

Il re Umberto ha voluto vedere Türr. Che bel vecchio e come porta bene i suoi anni… Qual è il segreto? “Maestà” – spiega Türr, “Io non mi lascio cogliere dalla morte. Perché quando essa mi cerca a Budapest io corro a Parigi: e quando sta per raggiungermi, riparto, cambiando sempre residenza. Tanto che la morte si è stancata di me e non mi tende più i suoi agguati”. – Il re Umberto sorride


Morirà diversi anni dopo, a Budapest, il 3 maggio 1908. Umberto I era stato ucciso il 29 luglio 1900 a Monza per mano dell’anarchico Gaetano Bresci. 

 

Guida alla Lettura       


1) Osserva il ritratto di Türr: quanti anni può avere? Come ti immagini i colori della divisa? Quale divisa è? Fai le tue ipotesi.    
 

2) Confronta il ritratto con il dipinto di Induno L’imbarco dei Mille da Quarto. Türr vi è raffigurato accanto a Garibaldi. Che cosa ci dice questa rappresentazione rispetto al ruolo di Türr nella spedizione?    

 

3) Quali riferimenti a una cultura cosmopolita e rispettosa dei diritti possiamo ricavare dalla biografia e dalle testimonianze su Türr?
Per rispondere consulta le unità:

4) Dalle testimonianze, dalla biografia e dal parere dello storico quale idea ti sei fatto di Stefano Türr? Descrivine le caratteristiche ed esprimi un tuo giudizio su questo personaggio in un testo di 150-200 parole.

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