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Sei in: Fare l'Italia, fare gli italiani - L'impresa dei Mille - 3.2. SOGGETTI e PROTAGONISTI - Le biografie -  Stefano Türr nel racconto di Abba e Bandi 

Stefano Türr nel racconto di Abba e Bandi

Giuseppe Bandi in I Mille. Da Genova a Capua e Giuseppe Cesare Abba in Da Quarto al Volturno. Noterelle d’uno dei Mille ci hanno lasciato notizie sul generale Türr: sulla sua salute, sulla sua forza interiore, sul suo equilibrio nel sedare le rivolte.


Il castello ha nome Rampegallo, e non è se non una meschina catapecchia, che, nei tempi delle prepotenze, fu albergo gradito a qualche barone nei mesi della caccia, o fu ricetto ai suoi sgherri per taglieggiare i poveri vicini e tenere in briglia i miseri vassalli. Nell’epoca in cui lo onorò d’una visita Garibaldi, Rampegallo non era se non una specie di masseria, abitata da un castaldo e da pochi uomini, occupati nel coltivar le vigne e spremere dai grappoli il delizioso sugo.

Entrando nel feudo, o castello che voglia dirsi, trovammo Stefano Türr, che si era disteso su d’un lettuccio e premeva sulle labbra un fazzoletto, macchiato di sangue. Gli chiesi che cosa avesse, e mi rispose che gli accadeva spesso di sputar sangue, ma non era solito farsene né qua né là. Gli toccai la fronte, scottava come un ferro caldo. Volli correre a chiamare un medico, ma egli me lo vietò, dicendo: «Questo non è tempo da medici, né da medicine».

Il brav’uomo non aveva tempo per esser malato; ed infatti, la mattina dipoi era sano e vispo come un galletto.

 

Da Bandi G., I Mille. Da Genova a Capua, in: http://www.liberliber.it, pp. 240-241.

 


Missilmeri, 22 giugno. 


Il generale Türr gli si è riaperta la ferita, e ha dato sangue dalla bocca. Da quando entrammo in Palermo, quest’uomo ha fatto tanto che si è ridotto un’ombra. La brigata è afflitta, perché si teme che egli debba lasciarci. Lo vidi un istante, smunto, pesto negli occhi, le labbra pallide, il petto che pare schiacciato. Ma che sia davvero quel sottotenente degli Ungheresi passati nel mio villaggio l’anno quarantanove, dopo la battaglia di Novara? Li ricordo come li vedessi ora. Erano forse cento bei giovani, che portavano una gran bandiera tricolore; le loro persone alte s’avanzavano mezzo nascoste nel polverìo della strada al sole di marzo, e quando imboccarono il ponte gridarono: Elien Elien! alla gente corsa ad incontrarli. Quel sottotenente in mezzo a quei soldati mi pareva tanto allegro, e tuttavia mi si stringeva il cuore sentendo dir da mio padre: Sono Ungheresi, gente che l’Austria fa patire!

 


Da Abba G.C., Da Quarto al Volturno. Noterelle d’uno dei Mille, in: http://www.liberliber.it, pp. 124-125.

 


Caserta, 15 settembre.
 

Bravissimo e mite il generale Türr! Non si crederebbe a mirare quella sua faccia fiera. Egli a soffocare le reazioni, poco o punto sangue. Non ne versò in Avellino, non in Ariano, dove fu quasi solo e mise la pace. Ieri l’altro spacciò il maggior Cattabene a Marcianise, grosso borgo poco lontano di qui, dov’era scoppiata la reazione al vecchio grido borbonico di Viva Maria! – Cattabene è tornato, dopo aver quetato tutto, con due soli morti di quattordici che n’aveva condannati. «Ma vogliamo tutti morti, anche gli altri dodici!» grida la gente di Marcianise, e viene una deputazione a domandar a Türr questa grazia. No, no, dice Türr, perdóno, oblìo, concordia: noi non siamo qui per le vostre piccole vendette.

 

Da Abba G.C., Da Quarto al Volturno. Noterelle d’uno dei Mille, in: http://www.liberliber.it, p. 172.

Guida alla Lettura

1) Nella testimonianza di Abba si legge: «Ma che sia davvero quel sottotenente degli Ungheresi passati nel mio villaggio l’anno quarantanove, dopo la battaglia di Novara?» Potrebbe davvero essere così? C’è corrispondenza con la biografia di Türr? Spiega perché sì o perché no.    
 

2) Dalle testimonianze di Bandi e di Abba possiamo ricavare informazioni sulla personalità del generale Türr, sul suo rapporto con le camicie rosse. Quali erano i sentimenti dei soldati garibaldini verso di lui?    
 

3) Nella sua testimonianza Abba ci racconta cosa succede quando Türr fronteggia la reazione scoppiata in Avellino, in Ariano e, soprattutto, a Marcianise. Come giudichi il suo comportamento verso i rivoltosi? Spiega il tuo punto di vista.

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