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Sei in: Fare l'Italia, fare gli italiani - Il Romanticismo, un movimento di libertà e giustizia. Patrioti e intellettuali, artisti e soldati - 2 MELODRAMMA E RISORGIMENTO - Giuseppe Verdi, il musicista simbolo del Risorgimento - I Vespri siciliani: brani significativi – II parte

I Vespri siciliani: brani significativi – II parte

ELENA Del tiranno minaccioso

l’ira in te nulla poté?

ARRIGO Con lui tutto... io sì... tutt’oso,

e sol tremo innanzi a te!

Da le tue luci angeliche

scenda di speme un raggio,

e ribollir quest’anima

può di novel coraggio.

O donna, t’amo! Ah sappilo,

né voglio altra mercé,

che il diritto di combattere

e di morir per te.
(Atto II, scena III)

ELENA Accoppiare il dileggio

a tanto insulto è infame!

[…]

PROCIDA Silenzio!

Tutto il popolo già muove e qui s’avvia.
(Atto II, scena V)

SICILIANI (d’ambo i sessi)

Su inermi tu stendi,
su donne l’imper
!

l’azione che imprendi

infama un guerrier!

È fero, spietato

chi irride al dolor;

è un vile esecrato

chi insulta all’onor!
(Atto II, scena VI)

DANIELI e CORO Il rossor – mi coprì – il terror – ho nel sen

zitto ancor! – L’onta ria – divorar – mi convien

pur mi par – sentir già – ribollir – nel mio cor

d’un lion – che piagò – ferreo stral – il furor.

[…]

ELENA Tu alma timorosa...

PROCIDA E colma di terror...

ELENA Lasci rapir la sposa...

PROCIDA Né uccidi il rapitor!

Frenar si ponno... e timidi
serbar l’oltraggio in cor
?...

ELENA Mentre col ratto insultano

lor donne i vincitor?

DANIELI, SICILIANI

Troppo già – favellò il dolor nel mio sen.

Ben è ver! – L’onta ria – vendicar – or convien!

Taccia ormai – la viltà! – Sento già nel mio cor –

d’un lion – più fatal – ribollir – il furor.
(Atto II, scena VII)

 

PROCIDA Ci adduca la vendetta

sull’orme loro!

ELENA E come?

PROCIDA Sotto larva fedele

ignoto io mi terrò: qual folgor ratto

piomberò sul tiranno,

tra le festose genti,

che voto al mio furore!

DANIELI E spade avran!

PROCIDA E noi pugnali e core!
(Atto II, scena VIII)

ARRIGO Difender la sua terra

è nobil scopo. Io combatto un tiranno.
(Atto III, scena IV)

ELENA In fra gli allegri vortici

delle intrecciate danze...

PROCIDA Sotto le larve ascondono
i fidi le sembianze
...

ELENA (attaccando un nastro sul petto d’Arrigo)

A tal di nastri serici
nodo, ciascun fia noto
!

PROCIDA Quei forti bracci intrepidi

non colpiranno a vuoto!

ELENA E in brevi istanti vindici

qui brilleranno i ferri...

PROCIDA Tra’ suoi feroci sgherri

Monforte perirà!
(Atto III, scena VI)

ARRIGO No, no, non è colpevole

chi serve al patrio onor!

[…]

PROCIDA Feriamo, questo l’ultimo

dì pei francesi egli è.

A noi, a noi, Sicilia!...

[…]

PROCIDA, ELENA, DANIELI e SICILIANI

O patria adorata,

mio primo sospiro,

ti lascio prostrata

nel sangue, nel duol!

Il santo tuo spiro

più bello s’accenda,

e fosca a lui renda

(mostrando Arrigo) la luce del sol!

A voi l’infamia,

la gloria a me.

ARRIGO Nel mio petto esterrefatto

cessò il battito del cor!

L’onta rea di tal misfatto

fa palese il mio rossor!

Per colpa del fato

in preda al delirjo,

di sangue bagnato

ho il patrio mio suol!

O speme! Il tuo spiro

nel seno è già spento;

non veggo, non sento

che lutto, che duol!

A loro la gloria,

l’infamia a me.
(Atto III, scena VII)

PROCIDA O patria mia! La morte!

Or che dal viver mio pende tua sorte!

[…]

PROCIDA Addio, mia patria, invendicato

ad altra sfera m’innalzo a voi!

Io per te moro, ma disperato

d’abbandonarti fra tanto duol!

[…]

ELENA Addio, mia patria amata,

addio, fiorente suol!

Io sciolgo sconsolata
ad altra sfera il vol
!
(Atto IV, scena V)

ELENA O piagge di Sicilia,

risplenda un dì sereno;

assai vendette orribili

ti lacerano il seno!

Colma di speme e immemore

di quanto il cor soffrì,

il giorno del mio giubilo

sia di tue glorie il dì
(Atto V, scena II)

PROCIDA (ad Elena) Del suol natale in tal cimento

a te favelli il santo amor!

Pensa al fratello! Col divo accento

egli ti addita la via d’onor!
(Atto V, scena IV)

CORO Vendetta! Vendetta!

Ci guidi il furor!

Già l’odio ne affretta

le stragi e l’orror!

Vendetta, vendetta

è l’urlo del cor!
(Atto V, scena ultima)

Attività

1) Il personaggio di Elena ne I Vespri siciliani, come quello di Odabella nell’Attila, incarna le caratteristiche delle donne patriote ed eroiche, che contribuirono a diffondere e a sostenere, anche materialmente (con elargizioni di denaro, ospitalità di patrioti, tentativi di intercessione presso i potenti ecc.) la causa dell’unità d’Italia. Quali sono queste caratteristiche? A quali personaggi femminili dell’epoca si possono accostare Odabella e Elena? Puoi consultare la seguente unità per avviare la tua ricerca:

 

2) Quali parole o frasi nei testi de I Vespri siciliani riportati sopra potevano, a tuo parere, suscitare i sospetti della censura, non solo austriaca? Indicane qualcuna. 
A quale adattamento si dovette ricorrere per la prima rappresentazione in Italia e in italiano de I Vespri siciliani, avvenuta nel 1855? Danne una spiegazione facendo riferimento alla situazione politica dell’Italia del tempo.

3) Puoi citare altri esempi di interventi della censura e degli espedienti usati dagli autori per evitarli? Per rispondere leggi le introduzioni alle opere proposte in questa unità e anche nelle unità dedicate a MercadanteRossiniDonizettiBellini.

4) Quali versi de I Vespri siciliani si riferiscono alla condizione dell’esule? Quali espressioni la descrivono nei brani sopra riportati? Puoi consultare anche l’intero libretto dell’opera.

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