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Sei in: Fare l'Italia, fare gli italiani - Il Romanticismo, un movimento di libertà e giustizia. Patrioti e intellettuali, artisti e soldati - 2 MELODRAMMA E RISORGIMENTO - Giuseppe Verdi, il musicista simbolo del Risorgimento - I Vespri siciliani: brani significativi – I parte

I Vespri siciliani: brani significativi – I parte

SICILIANI Con empio desio

al suolo natio
insultan gl’iniqui

fra i canti e i bicchier.

Oh dì di vendetta,

men lento t’affretta,

ridesta il valor

ai vinti nel cor
(Atto I, scena I)

ELENA In alto mare e battuto dai venti,

vedi quel pino in sen degli elementi

a naufragar già presso? – Ascolti il pianto

del marinar pel suo navile infranto?

Deh tu calma, o Dio possente,

col tuo riso e cielo e mar;

salga a te la prece ardente,

in te fida il marinar!

Iddio risponde in suo voler sovrano:

«A chi fida in se stesso il cielo arride.

Mortali! Il vostro fato è in vostra mano

Coraggio, su coraggio,

del mare audaci figli;

si sprezzino i perigli;

è il gemere viltà!

Al ciel fa grave offesa

chi manca di coraggio;

osate! E l’alta impresa

Iddio proteggerà!

E perché sol preci ascolto?

Perché pallido è ogni volto?

Nel più forte del cimento

voi tremate di spavento?

Su, su, forti! Al mugghiare dell’onda

e agli scrosci del tuono risponda,

si desti il vostro ardor,

invitti cor!

Coraggio, su coraggio, ecc.

CORO DI SICILIANI A quel dir – ogni ardor

si destò – nel mio cor.

Sospirar – è viltà!

l’onta ria – vendichiam,

il servir – disprezziam,

e con noi – Dio sarà.

[…]

ELENA Santa voce dell’onore

a quei cori già parlò.

ELENA, NINETTA, DANIELI Coraggio, su coraggio,

del mare audaci figli;

si sprezzino i perigli,

Iddio vi guiderà!

Si vendichi l’offesa,

si spezzi il rio servaggio;

osate! E l’alta impresa

il ciel proteggerà!

SICILIANI Coraggio, su coraggio!

Siamo del mare i figli:

si sprezzino i perigli.

Iddio ci guiderà.

Sì, vendichiamo l’offesa,

spezziamo il rio servaggio;

osiamo! E l’alta impresa

il Ciel proteggerà!
(Atto I, scena III)

MONFORTE (a parte) D’odio fremon compresso, tremendo,

ma di sprezzo sorride il mio cor!

Freman pur, ma divorin tacendo

la vergogna e l’imbelle furor!
(Atto I, scena IV)

ARRIGO Su me vegliò magnanimo

tra le guerriere squadre;

i passi miei sorreggere

Ei pur degnò qual padre;

gli alti d’onore esempi

fu gloria mia seguir;

io per lui vissi e intrepido

per lui vogl’io morir.

Di giovane audace

punisci l’ardir;

mi sento capace

d’odiarti e morir!

Non curo ritorte,

disprezzo il dolor;

incontro alla morte

va lieto il mio cor!

[…]

MONFORTE Sì! Tacciono

in alma grande l’ire:

e per salvarti io voglio

offrire al tuo valor

eccelsa meta, o giovane,

degna d’un nobil cor.

Al sol pensier di gloria

fremere in sen tu dêi!

ARRIGO La gloria! – E dove mercasi?

MONFORTE Sotto i vessilli miei!

Vien tra mie schiere intrepide,

t’affida al mio perdon;

vieni, per me sei libero!

ARRIGO No, no! Sì vil non son!

No, no: d’un audace

punisci l’ardir:

mi sento capace

d’odiarti e morir!

disprezzo ritorte,

non curo il dolor:

incontro alla morte

va lieto il mio cor!

[…]

ARRIGO Sono libero, e l’ardire

è innato in me!

L’ira tua mi può colpire,

ma non tremo innanzi a te!
(Atto I, scena VI)

PROCIDA O patria, o cara patria, alfin ti veggo!

L’esule ti saluta

dopo sì lunga assenza;

il tuo fiorente suolo

bacio, e ripien d’amore

reco il mio voto a te, col braccio e il core!

O tu, Palermo, terra adorata,

de’ miei verdi anni – riso d’amor,

alza la fronte tanto oltraggiata,

il tuo ripiglia – primier splendor!

Chiesi aita a straniere nazioni,

ramingai per castella e città:

ma, insensibili ai fervidi sproni,

rispondeano con vana pietà! –

Siciliani! Ov’è il prisco valor?

Su, sorgete a vittoria, all’onor!

[…]

Nell’ombra e nel silenzio

più certa è la vendetta;

non teme e non l’aspetta

il barbaro oppressor.

Santo amor, che in me favelli,

parla al cor de’ miei fratelli;

giunto è il fin di tanto duolo,

La grand’ora alfin suonò!

Salvo sia l’amato suolo,

poi contento io morirò!
(Atto II, scena I)

ELENA Di Pietro d’Aragona è nostro il voto?

ARRIGO Esso è per noi?

ELENA Che ti promise?

PROCIDA Nulla
ancora; perché in nostro
favor la spada egli disnudi alfine,

vuole che insorga la Sicilia intera!

A tal prezzo è per noi. – E la Sicilia

è pronta? Dite: che sperate omai?

ARRIGO Nulla! Sommesso il core, impaziente freme,

ma incerta e lenta, o tutto o nulla teme

PROCIDA S’infiammi il suo disdegno

e stretti e insiem concordi

opriam!

ARRIGO Già lo tentai! Scarso di forze

ancora, il popol dubbia!

PROCIDA Ebben, dovremo

suo malgrado tentare

un colpo audace, estremo!

E sorga il giorno alfine

che di novelli oltraggi
lo colmi il fero Franco
,

ond’ei si desti e s’armi la sua mano!

ARRIGO Può sorgere un tal giorno...

[…]

ARRIGO Popolo folto accorre...

PROCIDA E fa lievi i perigli!

E forte in massa: il popolare ardore,

pur da scarsa scintilla acceso, in breve

divampa! All’opra! Alto è il disegno ed alto

io chiedo un cor che il mio desir coroni,

ed un braccio!
(Atto II, scena II)

Per le attività consulta l’unità I Vespri siciliani: brani significativi – II parte.

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