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Sei in: Fare l'Italia, fare gli italiani - Il completamento dell’unità e la costruzione dello Stato - 3 SOGGETTI E PROTAGONISTI - Agostino Depretis

Agostino Depretis

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Agostino Depretis

Agostino Depretis nacque nel 1813 a Mezzana Bottarone nell’Oltrepò pavese da una agiata famiglia di proprietari terrieri. Laureatosi in giurisprudenza all’Università di Pavia, esercitò solo per breve tempo la professione di avvocato, che abbandonò per dedicarsi all’amministrazione dei beni di famiglia.
Convinto seguace delle idee di Mazzini fin da giovanissimo, esordì nella vita politica nel 1848, anno in cui venne eletto deputato nel Parlamento subalpino. Ben presto diventò uno degli esponenti più rappresentativi della sinistra democratica in netto contrasto con la politica di Cavour, di cui disapprovò, tra l’altro, la decisione di intervenire nella guerra di Crimea. In seguito, tuttavia, rivide le proprie posizioni e si allineò a quelle del governo.

Nel 1860 venne inviato dallo stesso Cavour in Sicilia per accelerarne l’annessione ma, scontratosi con Francesco Crispi, rinunciò presto all’incarico.

Entrò a far parte del governo per la prima volta nel 1862 come ministro dei Lavori pubblici; fu successivamente ministro della Marina (1866) e delle Finanze (1867).

Nel 1876, dopo la “rivoluzione parlamentare” che aveva messo in crisi la destra, Depretis ricevette dal re l’incarico di formare il primo governo composto da soli esponenti della sinistra.

Lo stesso Depretis, in un celebre discorso tenuto a Stradella (Pavia) nell’ottobre del 1875, aveva preannunciato quello che sarebbe stato il programma della sinistra. Tra i punti più qualificanti si annoveravano l’istruzione elementare obbligatoria, l’abolizione della tassa sul macinato e la riforma del sistema elettorale.

Per attuare queste riforme, Depretis inaugurò un sistema, noto come «trasformismo», destinato a caratterizzare negativamente la politica italiana successiva.

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Una caricatura che raffigura Depretis e il trasformismo

Fino al 1887, anno della morte avvenuta a Stradella, diresse ben otto governi – interrotti solo da tre brevi ministeri dell’amico-avversario Benedetto Cairoli – risultando assoluto protagonista della scena politica italiana per undici anni. 

Agostino Depretis fu una figura molto controversa. La sua politica, giudicata troppo prudente, deluse chi si aspettava con la caduta della destra riforme più incisive. Amareggiò anche la scelta del suo governo di allearsi con la Germania e con l’Austria stipulando la Triplice Alleanza (maggio 1882) che venne interpretata come una rinuncia a conquistare Trento e Trieste ancora sottomesse all’Austria. Delusi furono soprattutto gli irridentisti, cioé coloro che aspiravano a liberare le terre italiane rimaste soggette all’Austria dopo il 1866

Ma a dividere l’opinione pubblica fu soprattutto il suo trasformismo. C’era chi apprezzava questa pratica politica per i risultati raggiunti ma c’era anche chi la criticava aspramente denunciando i pericoli a essa connessi: il clientelismo e la corruzione. 
Attraverso questa pratica il governo si assicura la maggioranza parlamentare accordandosi con singoli deputati o gruppo di deputati dell’opposizione, i quali in cambio ottengono favori e vantaggi personali (per esempio l’approvazione di una particolare legge, finanziamenti a livello locale).

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