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L’impianto manualistico serve poco
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Bersaglieri e corazzieri
Fare l'Italia, fare gli italiani
Il processo di unificazione nazionale
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I volontari
I volontari che parteciparono alle vicende risorgimentali furono migliaia e spesso pagarono con il carcere o con la vita il proprio impegno per gli ideali di indipendenza e libertà che li animavano.
Le formazioni più organizzate si raccolsero intorno a Giuseppe Garibaldi, che rifiutò sempre di sottostare ai vincoli dell’esercito regolare e preferiva una gestione diretta delle truppe. In diverse occasioni agì in accordo con Vittorio Emanuele II e con Cavour, in altre entrò in aperto contrasto fino a scontrarsi militarmente ed essere arrestato. Indubbia e leggendaria era la sua capacità militare che portava migliaia di volontari a raccogliersi sotto il suo comando.
I Cacciatori delle Alpi furono costituiti nel 1859 in occasione della Seconda guerra d’indipendenza, accogliendo quella parte di volontari che per motivi di età o altro non erano stati inseriti nell’esercito del Regno di Sardegna. Raggiunsero, all’inizio della guerra il numero di 40.000 uomini, inquadrati in cinque reggimenti di combattenti appiedati, simili alla fanteria, e una compagnia di Carabinieri genovesi, esperti di tiro con la carabina.
Teatro dei loro combattimenti furono inizialmente le Prealpi lombarde e, in generale, le alture tra Varese e Como. Si spostarono nelle ultime fasi della guerra verso il lago di Garda e infine in Valtellina.
Soldati e ufficiali dei Cacciatori delle Alpi
Anche nella Terza guerra d’indipendenza furono utilizzate delle truppe volontarie: il Corpo Volontari Italiani, reclutato nel 1866 su disposizione del re Vittorio Emanuele II e destinato, agli ordini di Garibaldi, a operare contro l’esercito austriaco sul fronte del Trentino. Anche in questo caso si raggiunse il numero di circa 40.000 uomini. Non si trattava solo di fanti. C’erano reparti di artiglieria, genio, sanità, Carabinieri, addetti al telegrafo e persino un piccolo reparto di Marina impegnato con una flottiglia di imbarcazioni sul lago di Garda.
L’esperienza di questi due corpi di volontari fu preziosa e portò nel 1872 alla creazione, all’interno dell’esercito regolare, del corpo degli Alpini, specializzato nella guerra in montagna e protagonista della Prima guerra mondiale.
In questo ritratto di un garibaldino del 1866 (autore sconosciuto) si può vedere che la camicia rossa, usata durante la Spedizione dei Mille, è diventata una componente stabile della divisa dei volontari garibaldini.
Il corpo di volontari più noto e, in qualche modo, divenuto leggendario furono i Mille, che seguirono Garibaldi nella conquista del Regno delle Due Sicilie. Il loro numero variò molto durante la spedizione: se alla partenza erano 1089, giunsero alla fine, al momento dello scioglimento del cosiddetto esercito meridionale, a circa 50.000, sia perché da Genova arrivavano nuovi contingenti, sia perché si univano ai volontari gruppi di abitanti dei territori attraversati e di quelli vicini.
Rispetto all’esercito regolare un corpo di volontari gode di maggiore libertà per quel che riguarda le divise, l’organizzazione e il rapporto tra truppa di base e ufficiali. È noto che Garibaldi promuoveva a un grado di ufficiale gli uomini più coraggiosi e capaci, tanto che nel suo esercito il numero di ufficiali era molto elevato. Questo creò molti problemi al momento dell’assorbimento delle camicie rosse nei ranghi dell’esercito regolare.