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L’impianto manualistico serve poco
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Bersaglieri e corazzieri
Fare l'Italia, fare gli italiani
Il processo di unificazione nazionale
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Reclutamento e gerarchie
Il reclutamento
Ogni esercito ha una base stabile di soldati che scelgono il servizio militare come lavoro: si tratta di un lavoro rischioso e, soprattutto nei secoli scorsi, faticoso, ma in alcune zone dell’Italia nell’Ottocento era una scelta di necessità per sfuggire condizioni di miseria ed emigrazione.
Gli ufficiali che fanno della carriera militare la propria professione sono detti appunto ufficiali di carriera. Fin dal Medioevo si trattava in genere dei figli cadetti delle famiglie nobili, i quali non avrebbero ereditato le terre di famiglia, raccolte in una proprietà indivisa, assegnata al primogenito, e cercavano quindi altre strade di affermazione, prestigio e guadagno: la carriera militare o la carriera ecclesiastica.
Quelli che sceglievano la carriera militare, entravano nell’esercito e prestavano servizio per il proprio sovrano. A volte accettavano anche contratti presso sovrani stranieri per acquisire esperienza militare anche in altri eserciti, oppure andavano “in missione” per conto del proprio sovrano presso eserciti stranieri alleati. Gli ufficiali ricevevano una formazione specifica nelle accademie militari, e così avviene ancora oggi. Gli ufficiali si riconoscono dall’uniforme, in parte diversa da quella della truppa, e dai gradi: strisce colorate o dorate inserite sulle spalline e sulle maniche dell’uniforme che, a seconda del numero, indicano anche il grado. Sulle uniformi si trovano poi altri simboli: fregi (in genere sul berretto), mostrine (sul bavero o sulle spalline), distintivi. Indicano l’arma di appartenenza, il grado e la mansione. Le stellette furono adottate solo dal 1871.
In caso di guerra si procede a una mobilitazione di uomini aggiuntiva: soldati di leva e ufficiali di complemento.
In realtà la leva obbligatoria fu adottata nel Regno d’Italia (1854) e in molti altri paesi non solo per una guerra in atto, ma per altri motivi: addestrare un esercito nazionale, creare contatti e conoscenze utili a cementare una cultura della nazione e della patria.
Ripartizione delle truppe e gerarchie militari
L’esercito non è un tutto unico. C’è la ripartizione in base alla specializzazione nelle diverse armi e ci sono suddivisioni in unità di dimensione diversa per rendere più efficace l’utilizzo in battaglia.
Le unità più piccole sono le squadre, che possono essere di fanti, cavalieri, genieri o artiglieri addetti a un pezzo (cannone, obice ecc.); al comando di una squadra c’è di solito un sergente o un caporale. Possono svolgere diverse operazioni: staffetta, pattugliamento, portaordini, ricognizioni.
Più squadre costituiscono solitamente un plotone, al comando di un maresciallo, un sottotenente o un tenente. Il tenente è il primo graduato appartenente alla categoria degli ufficiali.
Raggruppamenti più numerosi sono poi gli squadroni e le compagnie, al comando sempre di un tenente o un capitano. Più compagnie costituiscono un battaglione, che conta da seicento a mille persone, ed è guidato da un maggiore o un tenente colonnello. Diversi battaglioni costituiscono un reggimento o una brigata, al comando di un colonnello, e salendo ancora nella dimensione delle unità militari, troviamo la divisione, con un generale di divisione al comando, il corpo d’armata (con un generale di corpo d’armata) e l’armata sotto il comando di un generale.
Un esercito spesso si articola in diverse armate, utilizzate in diversi settori del confine (o del fronte in caso di guerra) e i generali preposti al comando delle diverse armate costituiscono lo Stato Maggiore che si riunisce per le scelte di tattica e strategia (convocando secondo le necessità anche i colonnelli direttamente coinvolti) e che risponde del proprio operato direttamente al sovrano o al capo dello Stato; è coordinato dal capo di Stato Maggiore.
La denominazione dei gradi nella Regia Marina faceva spesso riferimento a tradizioni marinaresche più antiche: così, per esempio, al grado di sottotenente corrispondeva il grado di guardiamarina, al grado di maresciallo corrispondeva quello di luogotenente. I gradi di capitano di vascello, di fregata, di corvetta corrispondono ai gradi di capitano o di colonnello e fanno riferimento al tipo di nave assegnata all’ufficiale. Il ruolo di comandante della flotta o di una squadra più ridotta di imbarcazioni è ricoperto dagli ammiragli al livello più alto o dai contrammiragli in una posizione inferiore.