Guida alla Lettura
Sei in: Fare l'Italia, fare gli italiani - L’impresa dei Mille - 4 INTERPRETAZIONI E PISTE DI LAVORO - 4.3 Le fonti - Fonti consultate
Sei in: Fare l'Italia, fare gli italiani - L’impresa dei Mille - 4 INTERPRETAZIONI E PISTE DI LAVORO - 4.3 Le fonti - Fonti consultate
Sei in: Fare l'Italia, fare gli italiani - L’impresa dei Mille - 4 INTERPRETAZIONI E PISTE DI LAVORO - 4.3 Le fonti - Referenze delle immagini utilizzate nel modulo
Sei in: Fare l'Italia, fare gli italiani - L’impresa dei Mille - 4 INTERPRETAZIONI E PISTE DI LAVORO - 4.3 Le fonti - Referenze delle immagini utilizzate nel modulo
Sei in: Fare l'Italia, fare gli italiani - L’impresa dei Mille - 4 INTERPRETAZIONI E PISTE DI LAVORO - 4.3 Le fonti - Referenze delle immagini utilizzate nel modulo
Fonti consultate
L’impianto manualistico serve poco
L’impianto manualistico serve poco
Sei in: Fare l'Italia, fare gli italiani - La guerra nell’Ottocento: le battaglie e i modi di combattere nel Risorgimento - 3. Le forze armate - Bersaglieri e corazzieri
Referenze delle immagini utilizzate nel modulo
Bersaglieri e corazzieri
Fare l'Italia, fare gli italiani
Il processo di unificazione nazionale
Sei in: Fare l'Italia, fare gli italiani - L'impresa dei Mille - 1 IL TEMA - La Spedizione dei Mille
La Spedizione dei Mille
Nella notte fra il 5 e il 6 maggio 1860, Garibaldi con poco più di mille volontari parte da Quarto, vicino a Genova, e si dirige verso il Sud. Il suo scopo è quello di sostenere una rivoluzione popolare nel Regno delle Due Sicilie e rovesciare la dinastia dei Borbone per permettere al Meridione di unirsi allo Stato sabaudo in nome dell’unità dell’Italia. Vittorio Emanuele e Cavour sono a conoscenza del piano, ma non lo appoggiano né lo ostacolano, aspettando di vedere se avrà successo.
Giuseppe Garibaldi, 1861
Nel giro di pochi mesi i Mille riescono a impossessarsi della Sicilia e ad arrivare a Napoli, mettendo in fuga il re borbonico. Ci riescono non solo perché Garibaldi ha grandi capacità militari, ma anche perché ottiene l’appoggio del popolo insieme a quello di molti nobili, borghesi, ufficiali dell’esercito e funzionari statali, che, contattati segretamente dai patrioti, capiscono di aver interesse a passare dalla parte dei Savoia.
A settembre l’esercito piemontese (o settentrionale), dopo aver conquistato vasti territori dello Stato Pontificio, si unisce ai garibaldini e sconfigge le ultime resistenze borboniche. Il 26 ottobre, a Teano, Garibaldi saluta Vittorio Emanuele come re d’Italia, scioglie i garibaldini e si ritira a Caprera. Tra fine ottobre e inizio novembre il Regno delle Due Sicilie e le Marche e l’Umbria nell’Italia centrale sono annessi al Piemonte con plebisciti.
L’integrazione delle regioni del Sud nel nuovo Stato italiano non sarà però un compito facile.