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Sei in: Fare l'Italia, fare gli italiani - Il completamento dell’unità e la costruzione dello Stato - 2 SPAZI, TEMPI,  EVENTI - 2.2 Il Sud: brigantaggio, rivolte, nuovi poteri/padroni - Una repressione feroce

Una repressione feroce

Questa testimonianza della lotta al brigantaggio proviene dal diario di Gaetano Ferrari pubblicato solo nel 2011 a cura
dell’Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea nel Novarese e nel Verbano Cusio-Ossola “Piero
Fornara”, presso cui era depositato.

Ferrari, nato a Lodi, nel giugno del 1860 a diciassette anni lasciò il liceo, si unì alla spedizione garibaldina che arrivò a
Palermo il 15 luglio e già il 17 si trovò in prima linea nelle scaramucce che precedettero la battaglia di Milazzo (20
luglio). Rimase con l’esercito meridionale fino allo scioglimento, poi tornò a Lodi e finì il liceo. In seguito si arruolò nel
corpo dei bersaglieri e, tra il 1861 e il 1872, partecipò a tutti gli eventi bellici in cui l’esercito italiano fu impegnato in
quegli anni: la Terza guerra d’indipendenza, la repressione della rivolta di Palermo, la lotta al brigantaggio.

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Veduta del Castello ducale di Corigliano Calabro

Col grado di furiere fui inviato al 1° Battaglione Bersaglieri di sede in Rossano e di là destinato alla 1° compagnia di
stanza a Corigliano Calabro sotto il Capitano Franchi e colà rimasi fino al febbraio 1871. In quel paese che contava circa
16mila abitanti, vi erano carceri grandissime nelle quali rinchiudevano i manutengoli e i conniventi dei briganti. Due o tre
volte al mese giungevano colonne di persone state arrestate dalle pattuglie volanti, nei paesi o nei casolari; eranvi
anche donne scapigliate coi pargoli al petto, preti, frati, ragazzi, vecchi, i quali tutti prima di passare nelle carceri,
venivano ricoverati provvisoriamente nei locali vuoti del Quartiere su poca paglia, piantonati da sentinelle, per essere poi
interrogati il mattino successivo dal Pretore, dal Maresciallo e dal mio Capitano.

Queste colonne di venti o 30 persone ciascuna, la maggior parte pezzenti e macilenti, facevano compassione a chi
aveva un po’ di cuore; li vedevo sofferenti per la fame, per la sete, per la stanchezza di un viaggio a piedi di 40 e 50
chilom., venivano sferzati dai Carabinieri e dai soldati di scorta, se stentavano camminare per i dolori ai piedi, od anche
se si fermavano per i bisogni che taluni si dimettevano il pensiero di fermarsi, e si insudiciavano per evitare bastonate.
Tutti questi incriminati, alcuni dei quali innocenti, e le donne specialmente, venivano slegati per conceder loro riposo, ma
per compenso si torturavano coi ferri, detti pollici, che i Carabinieri e i Sergenti in specie, stringevano fino a far uscire il
sangue dalle unghie.

Poteva io assistere a tali supplizi senza sentire pietà? Tosto allontanati i carnefici, io allentava loro i ferri con le mie chiavi, e quei disgraziati riconoscenti, piangevano, baciavano i lembi della mia tunica, persino gli stivali.
Prima dell’alba, li rimetteva al supplizio come erano stati lasciati. Scene poi da vera inquisizione succedevano dopo,
allorquando venivano interrogati i rei nelle loro celle, io fungeva da segretario e da teste, il Capitano e il Maresciallo dei
Carabinieri da giudici; questi volevano sapere il rifugio, il nascondiglio e i nomi dei briganti che essi favorivano, ed alle
loro risposte negative, erano bastonate sulla testa che ricevevano, da far grondare il sangue.

[…] In quei due anni 1869 e 1870 si fecero servizi faticosissimi, dovendo rimanere imboscati per settimane nella Sila,
affrontando pericoli, fatiche, veglie, digiuni per la caccia continua ai briganti che facevano ricatti a S. Giovanni in Fiore,
Rogliano e Corigliano, sgozzando bestiame nelle campagne, predando fattorie e commettendo atroci misfatti.

 

Da Ferrari G., Memorie di guerra e di brigantaggio. Diario inedito di un garibaldino (1860-1872), Interlinea Edizioni,
Novara 2011, pp. 61-62.

 

Guida alla Lettura


1) Le persone arrestate e interrogate dall’esercito erano tutti briganti?


2) Come venivano trattate?


3) Perché venivano interrogate?


4) Ti sembra che Ferrari fosse d’accordo con il modo in cui erano trattate? Che cosa fa? Che cosa avresti fatto al suo posto?

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