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L’impianto manualistico serve poco
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Bersaglieri e corazzieri
Fare l'Italia, fare gli italiani
Il processo di unificazione nazionale
Sei in: Fare l'Italia, fare gli italiani - Un decennio di preparazione e di guerre (1850 -1859) - 2 SPAZI, TEMPI, EVENTI - 2.5 La Seconda guerra d'indipendenza - Ma davvero Vittorio Emanuele non sapeva dell'armistizio?
Ma davvero Vittorio Emanuele non sapeva dell’armistizio?
Il colonnello Cadogan, addetto militare inglese, che seguiva come osservatore la guerra in Italia inviò pochi giorni dopo l’armistizio, il 14 luglio 1859, un rapporto a lord John Russel, segretario di Stato per gli Affari Esteri (ministro degli Esteri) nel governo Palmerston. Il governo inglese aveva appoggiato le aspirazioni di Vittorio Emanuele a unificare la penisola, pur senza intervenire direttamente.
Nel rapporto Cadogan riporta una conversazione avuta con Vittorio Emanuele: i due avevano parlato della guerra, di Cavour e dell’armistizio.
Sua Maestà sapeva che ero stato a Villafranca durante l’incontro fra gli imperatori e, dopo aver ascoltato da me una descrizione della parte esteriore della cerimonia, prese a completare il quadro con certi particolari che gli erano stati forniti dall’imperatore Napoleone, cominciando, tuttavia, con l’origine dell’armistizio che, venni allora a sapere, fu richiesto per primo da Sua Maestà, anche se decisamente contro i propri desideri.
«Non che non lo giudicassi – aggiunse Sua Maestà – un’ottima cosa dal punto di vista strategico; infatti, se le ostilità fossero proseguite, avremmo forse dovuto combattere un’altra battaglia con le nostre forze ridotte; saremmo sicuramente riusciti vittoriosi, dato lo stato d’animo delle truppe, ma a costo di un’altra grave perdita, forse di 20.000 uomini, senza ottenere altro che il possesso di alcune posizioni di fronte a Verona e tutto il lavoro ancora da fare, mentre un rinvio di un mese o di sei settimane mi avrebbe messo in grado di porre il mio esercito su una base di 100.000 uomini, per l’arrivo delle nuove leve che si stanno istruendo; se la Francia mettesse in campo da 150.000 a 180.000 uomini, si potrebbe più che far fronte ai 250.000 uomini che gli austriaci dicono di avere ancora intatti. II vantaggio di un armistizio era dunque tutto dalla nostra parte, ma non volevo essere il primo a chiederlo.»
[…] In realtà Sua Maestà mi è sembrato personalmente più che contento di ciò che si è fatto, adducendo la natura della sua vita e dei suoi gusti a sostegno della sua affermazione di non essere stato mosso dall’ambizione nel ruolo da lui sostenuto. Sua Maestà disse che se la scelta fosse stata lasciata a lui, la sua vita sarebbe trascorsa cacciando, viaggiando o combattendo; che odiava «il suo mestiere di re», e che lo esercitava solo perché era suo dovere, «ma io sono un uomo onesto e faccio del mio meglio per svolgere il compito che il buon Dio mi ha dato. Cerco di far capire ai miei sudditi quello che bisogna fare per vivere felici e non mi faccio mai scrupolo di dir loro quanto abbiano torto. Quanto a questa guerra, il mio povero padre è morto non lasciandomi che dei debiti: quelli in denaro li ho pagati, e ora mi accingo a pagare gli altri».
Sua Maestà parlò poi del conte di Cavour che aveva quel giorno dato le dimissioni. Penso che Sua Maestà ne fosse molto turbato, sebbene dichiarasse che ciò non era allora di alcuna importanza: «È un piantagrane che mi caccia di continuo in qualche ginepraio; è un folle, e glie l’ho detto spesso che era un folle; si va sempre a impegolare in bestialità come quella della Romagna e Dio sa quali; la sua ora è finita: ha ben servito, ma non può più farlo». […]
Dal rapporto del 14 luglio 1859 inviato dal colonnello Cadogan a lord John Russel, citato in Mack Smith D., Il Risorgimento italiano, Laterza, Roma-Bari 2010, pp. 403-404.
Guida alla Lettura
1) Quali valutazioni inducono Vittorio Emanuele a considerare positivo l’armistizio? Ti sembrano realistiche?
2) Quali sono le sue speranze per gli sviluppi militari entro poche settimane? Si realizzarono?
3) Perché, secondo te, gli ambienti politici e militari nei mesi e negli anni successivi hanno divulgato l’idea che l’armistizio fosse una scelta unilaterale di Napoleone III e quasi un tradimento?