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L’impianto manualistico serve poco
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Bersaglieri e corazzieri
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Il ruolo fondamentale del melodramma nel Risorgimento
Con melodramma e opera si intende...
Melodramma, dal greco μέλος (mélos), che significa «canto» o «musica» e δρᾶμα (dráma) che significa «azione scenica» o «recitazione», è il termine musicologico e letterario per indicare l’opera messa in musica. È utilizzato anche per indicare il genere letterario, che come prodotto di creazione fa capo al libretto, cioè tutta la produzione di testi teatrali – stesi in versi e/o in prosa – di un autore, che successivamente verranno messi in musica dal compositore, interpretando l’etimologia come dramma per canto anziché come abbinamento di canto e azione.
Nel melodramma l’azione si realizza attraverso la musica, il canto e la recitazione.
La sua nascita viene fatta risalire al 1600: il 6 ottobre, a Firenze, in occasione delle nozze fra Maria de’ Medici ed Enrico IV di Francia, fu rappresentata la prima opera completa che conosciamo, l’Euridice, composta da Iacopo Peri (con la collaborazione, per alcune arie, di Giulio Caccini) su testo del poeta Ottavio Rinuccini. Era un’“opera di corte”, sovvenzionata e supervisionata dalla famiglia Medici.
Solo successivamente le opere saranno messe in scena dagli impresari e saranno (censura permettendo) completamente indipendenti riguardo ai contenuti.
Opera, o anche opera in musica, è invece il termine internazionale che indica lo spettacolo in cui l’azione teatrale si realizza attraverso la musica e il canto. Poiché si avvale di scenografie e, spesso, di azioni coreografiche, l’opera può essere considerata una delle manifestazioni artistiche più complesse.
Opera e melodramma sono abitualmente usati come sinonimi, mentre svariate altre denominazioni hanno assunto le varie forme di opera fiorite nel corso dei secoli e nei vari paesi (opera seria, opera buffa, opera comica, Singspiel, opéra comique, grand-opéra, opéra-ballet, tragédie-lyrique, opéra-lyrique ecc.). Altri termini sono invece indicativi di generi derivati o minori (per esempio operetta, intermezzo, burletta, farsa ecc.).
Le opere liriche “colonna sonora” del Risorgimento
Il teatro d’opera nell’Ottocento diede un contributo fondamentale all’affermazione dell’ideologia risorgimentale: alcuni brani delle opere, soprattutto i cori, divennero strumenti per diffondere le istanze di libertà e di liberazione dal dominio straniero. I teatri lirici, particolarmente numerosi in tutta l’Italia, erano vere e proprie bibbie dei poveri, in quanto il melodramma parlava un linguaggio comprensibile anche dal popolo. Lo spirito romantico dell’epoca si esprimeva bene nelle opere liriche, che divennero un forte mezzo di divulgazione delle idee patriottiche, unitamente ai canti popolari, intonati dai patrioti in tutte le campagne militari.
La musica, insomma, ebbe un peso determinante nella diffusione delle idee unitarie, soprattutto nelle classi medie e popolari, e il melodramma era in sintonia con i grandi ideali del tempo. Possiamo affermare che l’unità d’Italia fu realizzata dalla musica prima che dalla politica, perché in tutti i teatri della penisola la musica lirica parlava lo stesso linguaggio.
Le istanze di libertà si esprimevano nelle vicende dei popoli che volevano liberarsi dallo straniero e riconquistare la libertà: i temi del popolo oppresso, dell’esilio, della lotta contro il tiranno animarono i melodrammi dell’Ottocento almeno fino all’unità d’Italia.
Molte opere, anche se il loro soggetto non era espressamente patriottico (per esempio, l’Italiana in Algeri di Rossini), venivano recepite come tali dal pubblico. Non tutte le vicende oggetto dei melodrammi, per altro, erano riferite, almeno negli intendimenti degli autori, alla lotta di liberazione dagli austriaci, anche perché, per sfuggire alle occhiute censure austriaca, papalina, borbonica, che non vedevano di buon occhio le rappresentazioni del teatro lirico, i musicisti sceglievano argomenti del passato, anche remoto, e/o lontani nello spazio. Tuttavia i testi delle opere, specialmente i cori, venivano interpretati, anche a prescindere dalle intenzioni degli autori, in senso patriottico, come «esortazione a pigliare l’Italia e a liberarla dalle mani dei barbari», soprattutto nei momenti chiave del Risorgimento (moti del 1821, del 1831, del 1848 ecc.). Bastavano, a infiammare gli animi, espressioni come libertà o morte, amor di patria, lotta contro l’oppressore o la presenza di simboli. Per esempio l’immagine dell’aquila romana, presente nella Norma di Bellini (del 1832, ambientata nella Gallia sottomessa dai romani) richiamava al pubblico l’aquila simbolo dell’Impero asburgico.
Il Teatro alla Scala in una stampa ottocentesca
Attività
1) L’inizio del film Senso di Luchino Visconti è un buon esempio di quanto poteva succedere nei teatri d’opera italiani durante il periodo risorgimentale. Di quale opera e coro si tratta? Alla vigilia di quale evento ci troviamo? Come si comporta il pubblico nel loggione e in platea? E i soldati austriaci presenti? Puoi vedere la scena del film al seguente link:
2) Qual era la posizione di Giuseppe Mazzini nei confronti della musica? La praticava? E che cosa pensava in particolare del melodramma? Per rispondere correttamente, puoi consultare la seguente unità:
3) Oltre al melodramma, anche la musica popolare svolse un ruolo importante nel Risorgimento. Conosci qualche canto di quel periodo o dedicato a quel periodo? Per rispondere puoi consultare le seguenti unità: