top of page

Il Romanticismo storico

Il Romanticismo storico fu una corrente artistica che si sviluppò nella prima metà del XIX secolo, in corrispondenza con la Restaurazione, periodo di continue lotte politiche e sociali nonché di numerosi moti rivoluzionari ispirati dal desiderio di libertà e di affermazione dell’identità nazionale.

Nei paesi in cui la dominazione straniera non permetteva di esprimere apertamente le istanze patriottiche si fece ricorso, in ambito letterario e artistico, a episodi del passato in cui si adombravano riferimenti più o meno velati alla situazione politica contemporanea.

In Italia si guardò al Medioevo come all’epoca in cui si era manifestato lo spirito nazionale: da quel periodo vennero tratti

personaggi e vicende che furono proposti con valore esemplare, come modelli a cui rifarsi per trarre ispirazione alla

ribellione contro l’oppressore e alla conquista della libertà.

Da Londra, dove si trovava in esilio, Giuseppe Mazzini indirizzava gli artisti verso questa scelta: in un lungo saggio in

francese (Le peinture moderne in Italie) del 1841, il fondatore della Giovane Italia invitava a costruire un’arte che fosse

monito civile e incitamento per la causa italiana. Su sollecitazione di Mazzini e grazie all’appoggio di mecenati e

collezionisti illuminati nacque, quindi, un’arte nuova, dove la storia forniva gli argomenti per giustificare rivendicazioni di

indipendenza e libertà.

Protagonista e capostipite di questo nuovo orientamento fu Francesco Hayez, per un lungo periodo professore di pittura all’Accademia di Brera di Milano e maestro di tanti pittori, a loro volta grandi interpreti dell’arte italiana del XIX secolo.

Costretti dalle condizioni politiche a esprimersi tramite metafore, questi artisti attinsero per la loro ispirazione a fonti

storiche e a moderne opere letterarie riguardanti episodi dei “liberi comuni”, con i loro eroi, le crociate e le invasioni

straniere. Le composizioni di soggetto storico non solo si guadagnarono la stima di molti intellettuali, come Alessandro Manzoni per esempio, ma vennero accolte con simpatia anche dal pubblico, pronto a cogliere tra le righe il messaggio

patriottico e a operare confronti con la drammatica attualità delle vicende politiche italiane.

Il ricorso alle metafore caratterizzò la produzione italiana nel periodo tra la Restaurazione e l’unità, ma non fu comune a

tutti i paesi europei. In Francia, per esempio, le diverse condizioni politiche consentirono di rappresentare i fatti del

presente senza incorrere nei tagli della censura. Così il grande pittore Eugène Delacroix poté celebrare l’insurrezione

contro la restaurazione borbonica del 1830 con il celebre dipinto La Libertà che guida il popolo descritta come «un

soggetto moderno, una barricata» dallo stesso autore che giustificò la scelta del tema con queste parole: «se non ho

combattuto e vinto per la mia patria posso almeno dipingere per lei».

970pxeugene_delacroix_la_liberte_guidant

Eugène Delacroix, La Libertà che guida il popolo, 1830, olio su tela, 260 x 325 cm, Museo del Louvre, Parigi.

Attività

Cerca sul web informazioni su Eugène Delacroix. Quali altri soggetti dipinse? Scegli e condividi con i compagni le immagini che più ti colpiscono, indicando per ciascuna titolo, anno di produzione e luogo di conservazione.

bottom of page