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Sei in: Fare l'Italia, fare gli italiani - Il Romanticismo, un movimento di libertà e giustizia. Patrioti e intellettuali, artisti e soldati - 1 PITTURA E RISORGIMENTO - La pittura risorgimentale: i pittori-soldato - I pittori-soldato raccontano...

I pittori-soldato raccontano...

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Autoritratto di Gerolamo Induno

Dopo il 1860, raggiunta l’unificazione nazionale, artisti e letterati non furono più costretti a ricorrere a metafore e allegorie per esprimere i sentimenti patriottici, come invece era avvenuto durante tutto il periodo della Restaurazione. Finalmente fu possibile rappresentare gli eventi della storia contemporanea senza pericolo di incappare nella censura.

A descrivere i fatti risorgimentali furono quei pittori che erano accorsi a dare il loro contributo sui campi di battaglia. Nelle file dei volontari combatterono infatti numerosi artisti, che alternarono la baionetta alla matita e al pennello. Precursori dei moderni fotoreporter, essi documentarono sui fogli e sulle tele i luoghi di combattimento e le fasi delle imprese di cui erano partecipi, registrando nei momenti di pausa quello che avevano visto e vissuto; poi, finito l’impegno militare, rielaborarono schizzi e bozzetti in dipinti di grandi dimensioni. Nacquero così opere come La battaglia della Cernaja di Gerolamo Induno, L’assalto a Madonna della Scoperta di Giovanni Fattori, La battaglia di Varese di Federico Faruffini, I bersaglieri alla presa di Porta Pia di Michele Cammarano.

Questi pittori-soldato non si limitarono a illustrare l’epopea risorgimentale attraverso il racconto delle grandi battaglie. Alcuni di loro, abbandonato il tono epico, si soffermarono sull’aspetto umano e descrissero scene popolari, domestiche e familiari, nelle quali la vita continuava a scorrere in parallelo ai grandi fatti della storia, quali L’arrivo del bollettino di Villafranca di Domenico Induno, Triste presentimento e La lettera dal campo di Gerolamo Induno. Altri ricordarono la partecipazione appartata delle donne agli ideali di unità e libertà (Odoardo Borrani, Le cucitrici di camicie rosse e Il 26 aprile 1859), altri ancora denunciarono, a distanza di anni dal raggiungimento dell’unità, gli orrori della guerra e il sacrificio di tanti anonimi eroi (Giovanni Fattori, Lo scoppio del cassone, Lo staffato).

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