Guida alla Lettura
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Fonti consultate
L’impianto manualistico serve poco
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Bersaglieri e corazzieri
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Il processo di unificazione nazionale
Sei in: Fare l'Italia, fare gli italiani - Il Romanticismo, un movimento di libertà e giustizia. Patrioti e intellettuali, artisti e soldati - 3 LETTERATURA E RISORGIMENTO - Testimoniare la patria e costruirne il mito - I patrioti raccontano, l’autobiografia come genere pedagogico
I patrioti raccontano, l’autobiografia come genere pedagogico
L’autobiografia è un genere che, con intento pedagogico e per lo più in forma romanzata, si sviluppa nel periodo risorgimentale. Basata sul ricordo e sulla rievocazione intensa e commossa dei fatti della vita che l’autore sceglie di raccontare, ritenendoli importanti per sé e per il pubblico al quale si rivolge, il genere mette in evidenza sentimenti, sensazioni, pensieri del protagonista-narratore, risultando del tutto consono alla sensibilità romantica del tempo. Del resto proprio un romanzo epistolare, una sorta di falsa autobiografia, Le ultime lettere di Jacopo Ortis di Foscolo, pubblicato nel 1798 e poi in successive versioni nel 1802 e nel 1817, era diventato un testo di riferimento per una intera generazione di patrioti.
Gli esempi più significativi di memorie autobiografiche risorgimentali sono rappresentati da Le mie prigioni di Silvio Pellico, Le ricordanze della mia vita di Luigi Settembrini, I miei ricordi di Massimo D’Azeglio. In particolare Le mie prigioni divenne uno dei testi fondamentali per la formazione dei giovani patrioti durante gli anni del Risorgimento. Il principe di Metternich disse che il libro era costato all’Austria più di una battaglia perduta.
Un’edizione del 1843 de Le mie prigioni di Silvio Pellico
Attività
1) Dopo aver letto alcuni passi da Le mie prigioni, spiega quale significato si può attribuire all’affermazione di Metternich a proposito del libro di memorie di Pellico.
2) Consulta la biografia di Silvio Pellico e spiega quale significato ha avuto per lui l’esperienza del carcere, quali cambiamenti ha indotto nel suo modo di pensare e di agire.
3) Chi scrive un memoriale intende testimoniare qualcosa e mandare un messaggio al pubblico. Consulta nel testo le unità sotto indicate e, confrontandoti con i compagni, prova a spiegare quali fossero le intenzioni comunicative di Cristina Belgioioso e di Henry Dunant.