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L’impianto manualistico serve poco
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Bersaglieri e corazzieri
Fare l'Italia, fare gli italiani
Il processo di unificazione nazionale
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Garibaldi fu ferito e... fotografato
Foto Aspromonte 1862 di autore sconosciuto, 1862 circa,
Museo centrale del Risorgimento italiano, Roma
Diciamo subito che la fotografia riportata è un falso! Da che cosa lo capiamo? Il volto del protagonista, innanzi tutto: un
confronto attento delle fisionomie ha portato i critici a stabilire che si tratta di un sosia, messo in posa, con piede ferito,
sciabola impugnata, medaglie, il tutto in bella mostra.
Poi la composizione complessiva dell’immagine intorno all’“eroe”: il cartello con la scritta “Aspromonte 1862”, la scritta
in basso a sinistra “RIPRODUZIONE VIETATA” (in realtà poco visibile). Tutti questi elementi ci fanno capire che
l’immagine è stata costruita, con uno scopo commerciale. Perché?
La vicenda dell’Aspromonte e il ferimento di Garibaldi avevano colpito molto l’opinione pubblica: la spedizione
garibaldina in Sicilia si era conclusa due anni prima ed era entrata nell’immaginario popolare suscitando affetto e
ammirazione per il Generale. Il suo ferimento quindi, a opera dell’esercito regolare, aveva causato commozione e
sdegno.
Il fotografo utilizza la nuova tecnica fotografica per costruire un falso che certo ha avuto una grande diffusione proprio
per le emozioni che intercettava. Molte fotografie furono diffuse all’epoca dei fatti: alcune “costruite” come questa, altre
vere, come quella dei fratelli Alinari qui sotto, che mostra Garibaldi con il medico, e altre ancora che presentano lo
stivale di Garibaldi con il foro del proiettile in evidenza.
Si tratta di documenti dell’avvenimento, ma anche documenti del costume, della cultura dell’epoca in cui si alimentava
ormai il “mito di Garibaldi”.
Il medico francese Auguste Nélaton in piedi accanto a Garibaldi, in ospedale
Fratelli Bernieri, Stivale di Garibaldi, 1862 circa, Museo centrale del Risorgimento italiano, Roma