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Sei in: Fare l'Italia, fare gli italiani - Il Romanticismo, un movimento di libertà e giustizia. Patrioti e intellettuali, artisti e soldati - 2 MELODRAMMA E RISORGIMENTO - Vincenzo Bellini - Norma: brani significativi

Norma: brani significativi

DRUIDI Dell’aura tua profetica,

terribil dio, l’informa!

Sensi, o Irminsul, le inspira

d’odio ai Romani e d’ira,

densi che questa infrangano

pace per noi mortal, sì!

OROVESO

Sì. Parlerà terribile

da queste querce antiche,

sgombre farà le Gallie

dall’aquile nemiche,

e del suo scudo il suono,

pari al fragor del tuono,

nella città dei Cesari

tremendo echeggerà!
(Atto I, scena I)

OROVESO E fino a quando oppressi

ne vorrai tu?

Contaminate assai

non fur le patrie selve

e i templi aviti

dall’aquile latine?

Omai di Brenno oziosa

non può starsi la spada.

UOMINI Si brandisca una volta!

NORMA E infranta cada.

Infranta, sì, se alcun di voi snudarla

anzi tempo pretende.

Ancor non sono della nostra vendetta

i dì maturi.

Delle sicambre scuri

sono i pili romani ancor più forti.

OROVESO e UOMINI E che t’annunzia il dio?

Parla! Quai sorti?

NORMA Io ne’ volumi arcani leggo del cielo,

in pagine di morte

della superba Roma è scritto il nome.

Ella un giorno morrà,

ma non per voi.

Morrà pei vizi suoi,

qual consunta morrà.

L’ora aspettate, l’ora fatal

che compia il gran decreto.

[…]

NORMA Fine al rito.

E il sacro bosco

sia disgombro dai profani.

Quando il nume irato e fosco

chiegga il sangue dei Romani,

dal druidico delubro

la mia voce tuonerà.

OROVESO e CORO Tuoni,

e un sol del popolo empio

non isfugga al giusto scempio;

e primier da noi percosso

il Proconsole cadrà.

[…]

OROVESO e CORO Sei lento, sì, sei lento,

o giorno di vendetta,

ma irato il dio t’affretta

che il Tebro condannò!
(Atto I, scena IV)

GUERRIERI GALLI Non partì!

Finora è al campo!

Tutto il dice: i feri carmi,

il fragor, dell’armi il suon,

il suon dell’armi,

dell’insegne il ventilar.

Un breve inciampo

non ci turbi, non ci arresti,

attendiam, attendiam.

Un breve inciampo

non ci turbi, non ci arresti

e in silenzio il cor s’appresti

la grand’opra a consumar!
(Atto II, scena IV)

OROVESO (entrando) Guerrieri! A voi venirne

credea foriero d’avvenir migliore!

Il generoso ardore,

l’ira che in sen vi bolle

io credea secondar,

ma il dio non volle.

GUERRIERI GALLI Come? Le nostre selve

l’aborrito Proconsole non lascia?

Non riede al Tebro?

OROVESO Ma più temuto e fiero

latino condottiero

a Pollione succede.

[…]

Ah! Del Tebro al giogo indegno

fremo io pure,

all’armi anelo!

Ma nemico è sempre il cielo,

ma consiglio è simular.

GUERRIERI GALLI Ah sì, fingiamo, se il finger giovi,

ma il furor in sen si covi.

OROVESO Divoriam in cor lo sdegno,

tal che Roma estinto il creda.

Dì verrà, sì, che desto ei rieda

più tremendo a divampar.

GUERRIERI GALLI Guai per Roma allor che il segno

dia dell’armi il sacro altar!

Sì, ma fingiam, se il finger giovi,

ma il furore in sen si covi!

Guai per Roma, allor che il segno

dia dell’armi il sacro altar!

OROVESO Simuliamo, sì,

ma consiglio è il simular!

Dì verrà, che desto ei rieda

più tremendo a divampar!

GUERRIERI GALLI Ma fingiamo è consiglio il simular,

sì, fingiamo!
(Atto II, scena V)

NORMA Troppo il fellon presume.

lo previen mia vendetta,

e qui di sangue, sangue roman,

scorreran torrenti.
(Atto II, scena VI)

OROVESO e CORO Norma! Che fu?

Percosso lo scudo d’Irminsul,

quali alla terra decreti intima?

NORMA  Guerra, strage, sterminio.

OROVESO e CORO A noi pur dianzi pace

s’imponea pel tuo labbro!

NORMA  Ed ira adesso,

stragi, furore e morti.

Il cantico di guerra alzate, o forti.

guerra, guerra!

Sangue, sangue! Vendetta!

Strage, strage!

OROVESO e CORO

Guerra, guerra! Le galliche selve

quante han querce producon guerrier:

qual sul gregge fameliche belve,

sui Romani van essi a cader!

Sangue, sangue! Le galliche scuri

fino al tronco bagnate ne son!

Sovra i flutti dei Ligeri impuri

ei gorgoglia con funebre suon!

Strage, strage, sterminio, vendetta!

Già comincia, si compie, s’affretta.

Come biade da falci mietute

son di Roma le schiere cadute!

Tronchi i vanni, recisi gli artigli.

Abbattuta ecco l’aquila al suol!

A mirare il trionfo de’ figli

ecco il dio sovra un raggio di sol!
(Atto II, scena VII)

I Romani a cento a cento

Fian mietuti, fian distrutti.
(Atto II, scena X)

Attività

1) Nel 1848 in Sicilia Norma fu scelta come simbolo della libertà e dell’autonomia in occasione dell’apertura del Parlamento siciliano. Per motivare questa scelta, puoi consultare:

 


2) Nel 1859 al teatro alla Scala di Milano scoppiarono tafferugli fra i soldati austriaci e gli spettatori italiani, allorché questi accolsero con applausi scroscianti il coro Guerra guerra della Norma, che non poté  più essere cantato nelle recite successive. In quale contesto avviene questa rappresentazione della Norma? Quale guerra si andava preparando? Puoi consultare la Cronologia del Risorgimento italiano.

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