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Sei in: Fare l'Italia, fare gli italiani - Il Romanticismo, un movimento di libertà e giustizia. Patrioti e intellettuali, artisti e soldati - 2 MELODRAMMA E RISORGIMENTO - Giuseppe Verdi, il musicista simbolo del Risorgimento - Nabucco: brani significativi

Nabucco: brani significativi

ZACCARIA Forse fine

porrà il cielo all’empio ardire;

di Sïon sulle ruine

lo stranier non poserà.

[…]

Come notte a sol fulgente,

come polve in preda al vento,

sparirai nel gran cimento,

dio di Belo menzogner.

Tu, d’Abramo iddio possente,

a pugnar con noi discendi;

ne’ tuoi servi un soffio accendi

che sia morte allo straniero.

(Parte I, scena III)

NABUCCO (Tremin gl’insani – del mio furore...

vittime tutti – cadranno omai!

In mar di sangue – fra pianti e lai

l’empia Sïonne – scorrer dovrà!)

ISMAELE, ZACCARIA, ANNA e EBREI

(Tu che a tuo senno – de’ regi il core volgi,

o gran nume, – soccorri a noi,

china lo sguardo – sui figli tuoi,

che a rie catene – s’apprestan già!)

NABUCCO (con gioia feroce)

Mio furor, non più costretto,

fa’ dei vinti atroce scempio;

(ai Babilonesi) saccheggiate, ardete il tempio,

fia delitto la pietà!

Delle madri invano il petto

scudo ai pargoli sarà.

(Parte I, scena VII)

NABUCCO S’oda or me!.. Babilonesi,

getto a terra il vostro dio!

Traditori egli v’ha resi,

volle tôrvi al poter mio;

cadde il vostro, o stolti Ebrei,

combattendo contro me.

Ascoltate i detti miei...

V’è un sol nume... il vostro re!

[…]

NABUCCO Il volto

a terra omai chinate!

me nume, me adorate!

ZACCARIA Insano! A terra, a terra

cada il tuo pazzo orgoglio...

Iddio pe ‘l crin t’afferra,

già ti rapisce il soglio!

NABUCCO E tanto ardisci?

(ai guerrieri) O fidi,

a’ piedi miei si guidi,

ei pèra col suo popolo...

[…]

TUTTI (eccetto Nabucco)

Oh come il cielo vindice

l’audace fulminò!

NABUCCO Chi mi toglie il regio scettro?..

Qual m’incalza orrendo spettro!..

Chi pe ’l crine, ohimè, m’afferra?..

chi mi stringe?.. chi m’atterra?

Oh! mia figlia!.. e tu pur anco
non soccorri al debil fianco
?...

Ah fantasmi ho sol presenti...

hanno acciar di fiamme ardenti!

E di sangue il ciel vermiglio

sul mio capo si versò!

Ah! perché, perché sul ciglio

una lagrima spuntò?

Chi mi regge?... Io manco!...

ZACCARIA Il cielo

ha punito il vantator!

(Parte II, scena VIII)

EBREI Va’, pensiero, sull’ali dorate,

va’ ti posa sui clivi, sui colli,

ove olezzano tepide e molli

l’aure dolci del suolo natal!

Del Giordano le rive saluta,

di Sïonne le torri atterrate...

Oh mia patria sì bella e perduta!

Oh membranza sì cara e fatal!

Arpa d’ôr dei fatidici vati

perché muta dal salice pendi?

Le memorie nel petto raccendi,

ci favella del tempo che fu!

O simìle di Sòlima ai fati

traggi un suono di crudo lamento,

o t’ispiri il Signore un concento
che ne infonda al patire virtù
!

(Parte III, scena IV)

ZACCARIA Oh chi piange? Di femmine imbelli

chi solleva lamenti all’eterno?

Oh sorgete, angosciati fratelli,

sul mio labbro favella il signor!

Del futuro nel buio discerno...

ecco rotta l’indegna catena!...

Piomba già sulla perfida arena
del lïone di Giuda il furor
!

EBREI Oh futuro!

ZACCARIA A posare sui crani, sull’ossa

qui verranno le iene, i serpenti!

Fra la polve dall’aure commossa

un silenzio fatal regnerà!

Solo il gufo suoi tristi lamenti
spiegherà
quando viene la sera...

Niuna pietra ove sorse l’altiera
Babilonia allo stranio dirà
!

EBREI Oh qual foco nel veglio balena!

Sul suo labbro favella il signor...

Sì, fia rotta l’indegna catena,

già si scuote di Giuda il valor!

(Parte III, scena V)

Attività

1) Il librettista Temistocle Solera si ispirò, per i versi di Va’ pensiero, a un salmo della Bibbia, Super flumina Babylonis (Sui fiumi di Babilonia) che rievoca la cattività babilonese, argomento del Nabucco. A questo salmo fa riferimento anche una celebre poesia di Salvatore Quasimodo, Alle fronde dei salici, scritta nel 1945. Confronta i tre testi, individuando analogie e differenze.

Salmo 136

Sui fiumi di Babilonia, là sedevamo piangendo al ricordo di Sion.

Ai salici di quella terra appendemmo le nostre cetre.

Là ci chiedevano parole di canto coloro che ci avevano deportato, canzoni di gioia, i nostri oppressori:

«Cantateci i canti di Sion!». Come cantare i canti del Signore in terra straniera?

Se ti dimentico, Gerusalemme, si paralizzi la mia destra; mi si attacchi la lingua al palato, se lascio cadere il tuo ricordo, se non metto Gerusalemme al di sopra di ogni mia gioia. Ricordati, Signore, dei figli di Edom, che nel giorno di Gerusalemme, dicevano: «Distruggete, distruggete anche le sue fondamenta».

Figlia di Babilonia devastatrice, beato chi ti renderà quanto ci hai fatto. Beato chi afferrerà i tuoi piccoli e li sbatterà contro la pietra.

Salvatore Quasimodo

Alle fronde dei salici (1945)

E come potevamo noi cantare

con il piede straniero sopra il cuore,

fra i morti abbandonati nelle piazze

sull’erba dura di ghiaccio, al lamento

d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero

della madre che andava incontro al figlio

crocifisso sul palo del telegrafo?

Alle fronde dei salici, per voto,

anche le nostre cetre erano appese,

oscillavano lievi al triste vento.

2) Il librettista Solera aderì, durante il Risorgimento, al movimento politico del neoguelfismo. Chi ne era stato il fondatore? Quale assetto dell’Italia proponeva? Cerca informazioni sul neoguelfismo in La corrente moderata monarchica.

3) Quali parole o frasi nei testi del Nabucco riportati sopra potevano, a tuo parere, suscitare i sospetti della censura, non solo austriaca? Indicane qualcuna.

Puoi citare qualche esempio di interventi della censura e degli espedienti usati dagli autori per evitarli? Per rispondere leggi le introduzioni alle opere proposte in questa unità e anche nelle unità dedicate a Mercadante, Rossini, Donizetti, Bellini.

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