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Sei in: Fare l'Italia, fare gli italiani - Il biennio 1848-1849 - 3 SOGGETTI E PROTAGONISTI - Margaret Fuller

Margaret Fuller

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Margaret Fuller nasce a Boston nel 1810 e riceve la prima educazione dal padre, avvocato e uomo politico, che la cresce con una severa disciplina di studio, tanto che la ragazza impara, oltre che l’inglese, sua lingua madre, anche il francese, il tedesco e l’italiano.
Alla morte del padre, per guadagnarsi da vivere, insegna e poi diventa giornalista. Cura la rubrica di critica letteraria per il «New York Tribune» e inizia a scrivere anche di temi sociali. Il giornale la invia in Europa come corrispondente e la prima tappa è a Londra, dove nel 1846 conosce Mazzini, al quale si lega con una profonda amicizia. Mazzini la affascina con la brillante conversazione, le letture di Dante, le canzoni italiane cantate con la chitarra. Margaret lo ammira però anche per l’impegno politico e sociale: gli articoli sulla condizione femminile, la creazione, a Londra, della scuola per i bambini poveri, nella quale anche Margaret insegnerà per alcuni mesi. Viaggia poi tra Parigi e la Svizzera, collaborando allo scambio di scritti e documenti fra gli intellettuali e gli esuli.
Si appassiona alle vicende italiane e per seguirne meglio il corso si trasferisce in Italia nel 1847, conosce la madre di Mazzini a Genova e stringe anche con lei un’amicizia affettuosa, come con il celebre figlio.
Nell’autunno del 1847 si trasferisce a Roma, dove resterà fino alla caduta della Repubblica Romana, tranne per alcuni mesi, nel 1848, durante i quali si sposta a Rieti per dare alla luce il figlio avuto dal patriota Giovanni Angelo Ossoli, che sarà poi suo marito. Lasciato il bambino a balia, per sottrarlo alla complessa situazione di Roma, Margaret riprende la sua attività di corrispondente inviando in America appassionate testimonianze sulle vicende italiane e romane: scrive del papa Pio IX e della sua condotta, inizialmente aperta e quasi liberale e poi via via più prudente, fino a divenire conservatrice. Racconta del popolo romano, entusiasta, generoso, coraggioso, ma anche concreto e scanzonato.
Rivede Mazzini, giunto a Roma nel febbraio del 1849 per la proclamazione della Repubblica.
Durante i mesi di vita della Repubblica Margaret Fuller, con i suoi articoli e le sue corrispondenze, si batte per far conoscere all’estero, negli Stati Uniti, le vicende italiane, e sottrarre la Repubblica Romana all’isolamento. Cominciano i combattimenti contro le truppe francesi, venute a restaurare il potere papale, e a Roma arriva Cristina Belgioioso.
La contessa è accorsa abbandonando Milano, tornata sotto l’Austria, per dare il suo contributo alla resistenza della Repubblica. Margaret ammira Cristina per il suo impegno sociale (scuole per i bambini e le fanciulle, mense popolari) e per i suoi scritti sulla condizione femminile. C’è tra loro una grande affinità e, oltre all’amicizia, nasce una concreta collaborazione: insieme organizzano le ambulanze che collegano gli ospedali romani e trasportano i feriti.
Margaret scrive convulsamente, lavora alle ambulanze, sempre in ansia per il marito impegnato negli scontri sul Pincio. Quando le cose volgono al peggio, la Fuller tenta di ottenere, con i suoi contatti diplomatici, dei passaporti americani per gli esuli, ma fallisce. Ai primi di luglio i francesi entrano in Roma, la Repubblica è sconfitta, Garibaldi in fuga. Un decreto espelle gli stranieri che abbiano collaborato con il governo repubblicano. Margaret e il marito si precipitano a Rieti a riprendere il figlio e decidono di salpare per l’America.
Si imbarcano sul mercantile Elisabeth, con il bambino e una cassa di documenti e appunti, che Margaret si ripromette di usare per pubblicare un libro sulle vicende di cui è stata testimone.
Il 19 luglio l’Elisabeth, già in vista del porto di New York, fa naufragio, incagliandosi su un banco di sabbia. Margaret, il figlio e il marito non riescono a salvarsi, e con loro si inabissano le carte, che sarebbero state preziose per la storia della Repubblica Romana.

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