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Sei in: Fare l'Italia, fare gli italiani - Gli stati preunitari: origine, restaurazione, moti liberali - 2 SPAZI, TEMPI, EVENTI - 2.4 Lo Stato della Chiesa - Lo Stato della Chiesa dalla Restaurazione al 1848 

Lo Stato della Chiesa dalla Restaurazione al 1848

Ben cinque papi si succedettero tra il 1815 e il 1848: Pio VII (1800-1823), Leone XII (1823-1829), Pio VIII (1829-1830), Gregorio XVI (1831-1846) e Pio IX, che fu eletto nel 1846.

Lo Stato fu riorganizzato secondo i principi più conservatori e reazionari: furono aboliti i codici e le istituzioni moderne ed efficienti introdotte nell’amministrazione dai francesi. Tornarono al potere i prelati (vescovi e monsignori) che ripristinarono i propri privilegi, sostenuti dalla nobiltà, abituata a vivere delle rendite delle proprie terre e poco interessata allo sviluppo economico basato sui commerci. Furono infatti ristabiliti i dazi, non solo alle frontiere, ma anche interni.

La miseria si diffuse così in larghi strati della popolazione e qualunque malcontento fu represso duramente dalla polizia, con interventi della censura, perquisizioni e arresti. In Romagna ci furono anche tentativi di ribellione domati talvolta da bande armate di sanfedisti.

Fin dall’epoca della Rivoluzione francese molte idee liberali si erano diffuse nelle fasce sociali più colte  della popolazione e durante la Restaurazione molti intellettuali entrarono nelle società segrete, soprattutto nella Carboneria. In tutta Italia, per i patrioti e i liberali, il Regno pontificio divenne il simbolo dell’oscurantismo.

Non stupisce quindi che Pio IX, nei suoi primi anni di pontificato, abbia sorpreso tutti e abbia entusiasmato sia i moderati che i democratici.

Pio IX, infatti, dopo una amnistia promulgata alla sua ascesa al soglio pontificio, attuò una politica di riforme e di apertura alle richieste liberali. Concesse la libertà di stampa e la libertà agli ebrei. Istituì la Consulta di Stato e la Guardia civica. Diede inizio a grandi opere pubbliche di miglioramento del territorio e dei commerci: costruzione di ferrovie, prosciugamento delle paludi di Ferrara e di Ostia e dell’Agro romano, ampliamento dei porti di Ravenna, Cesenatico, Senigallia e Ancona. Affidò incarichi di governo anche a uomini politici laici, e nel 1848 concesse una Costituzione, denominata «Statuto fondamentale pel Governo temporale degli Stati di S. Chiesa».

Il pontefice si dichiarò favorevole alla costituzione di una Lega doganale tra gli stati italiani, che rappresentò il più importante tentativo politico-diplomatico dell’epoca volto a realizzare l’unità d’Italia per vie federali.

Se ne dissociò quando divenne chiaro che i Savoia la concepivano solo come strumento di espansione del proprio regno.

L’entusiasmo per questi primi provvedimenti fece sì che il papa fosse considerato quasi un liberale. I progetti dei neoguelfi, che speravano di costruire una federazione di stati italiani presieduta dal papa, sembravano avviati alla realizzazione. Scritte inneggianti a Pio IX comparvero un po’ ovunque. Ben presto i patrioti dovettero ricredersi.

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