Guida alla Lettura
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Fonti consultate
L’impianto manualistico serve poco
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Bersaglieri e corazzieri
Fare l'Italia, fare gli italiani
Il processo di unificazione nazionale
Sei in: Fare l'Italia, fare gli italiani - Il Romanticismo, un movimento di libertà e giustizia. Patrioti e intellettuali, artisti e soldati - 2 MELODRAMMA E RISORGIMENTO - Gioachino Rossini - L’Italiana in Algeri: brani significativi
L’Italiana in Algeri: brani significativi
LINDORO Ah, quando fia che io possa
in Italia tornar? Ha omai tre mesi,
che in questi rei paesi
già fatto schiavo, e dal mio ben lontano...
MUSTAFÀ Sei qui? Senti, italiano,
vo’ darti moglie.
LINDORO A me?... Che sento!... (oh dio!)
Ma come?... in questo stato...
MUSTAFÀ A ciò non déi pensar. Ebben?...
LINDORO Signore,
come mai senza amore
si può un uomo ammogliar?
MUSTAFÀ Bah, bah!... in Italia
s’usa forse così? L’amor dell’oro
non c’entra mai?
LINDORO D’altri non so: ma certo
per l’oro io no ‘l potrei...
MUSTAFÀ E la bellezza?
LINDORO Mi piace: ma non basta...
MUSTAFÀ E che vorresti?
LINDORO Una donna che fosse a genio mio.
MUSTAFÀ Orsù: ci penso io. Vieni e vedrai
un bel volto, e un bel cor con tutto il resto.
(Atto I, scena III)
HALY Di qual paese?
TADDEO Di Livorno ambedue.
HALY Dunque italiani?
TADDEO Ci s’intende.
ISABELLA E me n’ vanto.
(Atto I, scena IV)
MUSTAFÀ Ascoltami, italiano,
un vascel veneziano
riscattato pur or, deve a momenti
di qua partir. Vorrai
in Italia tornar?
LINDORO Alla mia patria?
Ah! qual grazia, o signor! Di più non chiedo.
(Atto I, scena VII)
CORO Uno stupido, uno stolto
diventato è Mustafà.
Questa volta amor l’ha colto;
gliel’ha fatta come va.
ZULMA L’italiana è franca e scaltra.
ELVIRA e HALY La sa lunga più d’ogni altra.
ELVIRA, ZULMA e HALY Quel suo far sì disinvolto
gabba i cucchi ed ei no ‘l sa.
CORO Questa volta amor l’ha colto;
gliel’ha fatta come va.
(Atto II, scena I)
HALY Con tutta la sua boria
questa volta il Bey perde la testa.
Ci ho gusto. Tanta smania
avea d’una italiana... Ci vuol altro
colle donne allevate in quel paese,
ma va ben ch’egli impari a proprie spese.
HALY Le femmine d’Italia
son disinvolte e scaltre,
e sanno più dell’altre
l’arte di farsi amar.
Nella galanteria
l’ingegno han raffinato:
e suol restar gabbato
chi le vorria gabbar.
(Atto II, scena VII)
LINDORO M’ha detto infine
che a rendervi di lei sempre più degno,
ella ha fatto il disegno,
con gran solennità fra canti e suoni,
e al tremolar dell’amorose faci,
di volervi crear suo pappataci.
MUSTAFÀ Pappataci! che mai sento!
La ringrazio. Son contento.
Ma di grazia, pappataci
che vuol poi significar?
LINDORO A color che mai non sanno
disgustarsi col bel sesso,
in Italia vien concesso
questo titol singolar.
TADDEO Voi mi deste un nobil posto.
Or ne siete corrisposto.
Kaimakan e pappataci
siamo là: che ve ne par?
MUSTAFÀ L’italiane son cortesi,
nate son per farsi amar.
(Atto II, scena IX)
TADDEO Quanto è brava costei!
LINDORO Con due parole
agli sciocchi fa far quello che vuole.
CORO Pronti abbiamo e ferri e mani
per fuggir con voi di qua.
Quanto vaglian gl’Italiani
al cimento si vedrà.
ISABELLA Amici, in ogni evento
m’affido a voi. Ma già fra poco io spero,
senza rischio e contesa,
di trarre a fin la meditata impresa.
Perché ridi, Taddeo? Può darsi ancora
ch’io mi rida di te.
(a Lindoro) Tu impallidisci,
schiavo gentil? ah! se pietà ti desta
il mio periglio, il mio tenero amore,
se parlano al tuo core
patria, dovere, onor, dagli altri apprendi
a mostrarti Italiano; e alle vicende
della volubil sorte
una donna t’insegni ad esser forte.
ISABELLA Pensa alla patria, e intrepido
il tuo dover adempi:
vedi per tutta Italia
rinascere gli esempi
d’ardire e di valor.
[...]
(a Lindoro) Caro, ti parli in petto
amor, dovere, onor.
Amici in ogni evento...
CORO Andiam. Di noi ti fida.
ISABELLA Vicino è già il momento...
CORO Dove a te par ci guida.
ISABELLA Se poi va male il gioco...
CORO L’ardir trionferà.
ISABELLA Qual piacer! Fra pochi istanti
rivedrem le patrie arene.
(Nel periglio del mio bene
coraggiosa amor mi fa.)
CORO Quanto vaglian gl’Italiani
al cimento si vedrà.
(Atto II, scena XI)
TUTTI col CORO
(sulla nave) Andiamo... padroni... Stien bene.
Possiamo contenti lasciar queste arene.
Timor né periglio per noi più non v’ha.
La bella italiana venuta in Algeri
insegna agli amanti gelosi ed alteri,
che a tutti, se vuole, la donna la fa.
TUTTI col CORO
(sulla riva) Buon viaggio. Stien bene.
Potete contenti lasciar queste arene.
Timor né periglio per voi più non v’ha.
La bella italiana venuta in Algeri
insegna agli amanti gelosi ed alteri,
che a tutti, se vuole, la donna la fa.
(Atto II, scena ultima)
Attività
1) La prima rappresentazione di L’Italiana in Algeri avvenne a Venezia il 22 maggio 1813. Qual era la situazione della penisola italiana in quel tempo? Consulta la cronologia e la cartografia del Risorgimento italiano:
2) Quali censure furono molto attive nel contestare i versi «Pensa alla patria, e intrepido / il tuo dover adempi: / vedi per tutta Italia/ rinascere gli esempi / d’ardire e di valor [...]?». Consulta la carta dell’Italia dopo il Congresso di Vienna e fai le tue ipotesi.