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L’impianto manualistico serve poco
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Bersaglieri e corazzieri
Fare l'Italia, fare gli italiani
Il processo di unificazione nazionale
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Il Volturno: campo di battaglia e forze impegnate
Il campo di battaglia
Il fronte si estendeva per 20 km, da Maddaloni a Santa Maria, troppo ampio ma necessario, perché le truppe borboniche erano più numerose ed esperte del terreno e avrebbero potuto attaccare in molti punti diversi. Questo spiega la scelta del Generale di tenere riserve consistenti a Caserta, con il suo luogotenente Türr, pronte ad accorrere in aiuto nei settori che si fossero trovati in difficoltà. I borbonici, d’altra parte, preoccupati della possibilità di essere presi tra due fuochi (l’esercito regio da nord e Garibaldi da sud), progettarono un attacco a tenaglia: von Mechel avrebbe preso i garibaldini di Bixio alle spalle dopo un ampio giro sulle alture dietro Ponti della Valle, mentre il grosso delle truppe sarebbe uscito da Capua e avrebbe attaccato il centro dello schieramento garibaldino a Sant’Angelo.
Particolare della battaglia di Capua, 1860
Le forze in campo
Truppe garibaldine agli ordini di Giuseppe Garibaldi:
20.000 uomini che comprendevano i volontari iniziali, altri volontari giunti con i rinforzi successivi, pochi artiglieri, tra cui diversi piemontesi, bersaglieri sbarcati a Napoli dalle navi, soldati reclutati con la leva.
I garibaldini erano così schierati, al comando dei diversi ufficiali:
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3000 uomini con il polacco Milbitz a Santa Maria;
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4000 uomini con Medici a Sant’Angelo in Formis;
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1800 uomini con Sacchi a San Leucio;
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5000 uomini e più con Bixio a Ponti della Valle;
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5600 uomini di riserva con l’ungherese Türr a Caserta.
Truppe borboniche:
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8000 uomini (di cui 3000 mercenari e 5000 napoletani) agli ordini del generale von Mechel;
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20.000 uomini stanziati a Capua.