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Sei in: Fare l'Italia, fare gli italiani - Un decennio di preparazione e di guerre (1850-1859) - 3 SOGGETTI E PROTAGONISTI - Henry Dunant e la nascita della Croce Rossa

Henry Dunant e la nascita della Croce Rossa

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Henry Dunant

Henry Dunant era un cittadino svizzero di Ginevra, di fervente religione cristiano calvinista. Fu educato dalla famiglia ad assistere i poveri, i carcerati e i bisognosi, impegnando se necessario anche i propri beni. Si potrebbe quindi definire un filantropo.
Nella sua lunga vita (1828-1910) mantenne sempre viva la sua convinzione religiosa e fu coerente con la propria natura di benefattore. Divenne protagonista di una delle più importanti imprese assistenziali della storia, perché contribuì a fondare la Croce Rossa, istituto di assistenza ai soldati di tutte le guerre e di tutti i fronti. Per questo nel 1901 ricevette il premio Nobel per la pace, istituito proprio quell’anno. Donò ai poveri l’intero premio e morì in povertà, così come era sempre vissuto: assillato dalla mancanza di risorse, spesso afflitto dalla miseria e dalla fame, ma sempre disposto a impegnarsi per la causa di chi soffriva, come i soldati, che combattevano sanguinose battaglie in terribili corpo a corpo.
L’idea di sostituire alla cura pietosa dei soldati feriti in battaglia un’organizzazione efficace gli venne per puro caso. Era il 1859 e sperava di ottenere un aiuto economico da Napoleone III a favore dell’Union Chrétienne de Jeunes Gens, un’associazione in cui aveva impegnato le sue sostanze, costruendo moderni impianti per il trasporto dell’acqua in un povero villaggio algerino. E l’Algeria in quel periodo era già colonia francese.
Nel 1859 Napoleone era in Italia per la Seconda guerra d’indipendenza e Dunant, deciso a incontrarlo, lo aveva seguito nella campagna militare attraverso la Pianura Padana. Aveva così assistito alla battaglia di Magenta, dove aveva cominciato ad aiutare i feriti. Poi lo raggiunse a Solferino il giorno stesso della battaglia, il 24 giugno 1859. Qui assistette alla terribile carneficina che provocò in totale fra i due eserciti oltre 30.000 tra morti, feriti e dispersi. Pare che lo stesso imperatore austriaco, Francesco Giuseppe, alla vista del macello di Solferino esclamasse: «Meglio perdere una provincia intera e non rivedere mai più una carneficina del genere!».
Anche Dunant fu talmente impressionato che intervenne subito per organizzare l’assistenza a qualsiasi soldato ferito, indipendentemente dal fronte per cui aveva combattuto.
L’imperatore Napoleone III non lo incontrò né lo aiutò per la causa algerina, ma gli concesse di liberare dei medici austriaci prigionieri, perché potessero dare le loro cure ai feriti.
In seguito a questa esperienza, Dunant scrisse un famoso libretto Un souvenir de Solférino, in cui descrisse la battaglia in modo terribilmente realistico, raccontò le condizioni dei feriti abbandonati sul campo di battaglia a rischio di morte quasi certa e le cure provvisorie che potevano ricevere dalla popolazione impietosita.
Dopo soli cinque anni da questi avvenimenti, il 22 agosto 1864, a Ginevra verranno sottoscritti da dodici potenze europee i primi articoli della convenzione di Ginevra, nucleo della futura Croce Rossa Internazionale. Per la prima volta nella convenzione erano definiti i diritti dei prigionieri di guerra.

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