Guida alla Lettura
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L’impianto manualistico serve poco
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Bersaglieri e corazzieri
Fare l'Italia, fare gli italiani
Il processo di unificazione nazionale
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Volontari in partenza (G.C. Abba)
Così Giuseppe Cesare Abba ricorda i volontari che accorrono alla chiamata di Garibaldi in partenza per la Sicilia.
Genova, 5 maggio. Mattino.
Ieri sera arrivammo ad ora tarda, e non ci riusciva di trovar posto negli alberghi, zeppi di gioventù venuta di fuori. Sorte che, lungo i portici bui di Sottoripa, ci si fece vicino un giovane, che indovinando, senza tanti discorsi, ci condusse in questo albergo, La gran sala era tutta occupata. Si mangiava, si beveva, si chiacchierava in tutti i vernacoli d’Italia. Però si sentiva che quei giovani, i più, erano Lombardi. Fogge di vestire eleganti, geniali, strane; facce baldanzose; persone nate fatte per faticare in guerra, e corpi esili di giovanetti, che si romperanno forse alle prime marcie. Ecco ciò che vidi in una guardata. Entravamo in famiglia. […] Desinammo in quattro, né allegri né mesti, e restammo a tavola pensando ognuno lontano, secondo il proprio cuore. Tacevamo. A un tratto il dottor Bandini che m’era di faccia, si levò ritto, cogli occhi nella parete sopra di me. V’era un ritratto. Pisacane Io lessi alto una strofa stampata a piè dell’immagine di quel precursore, una delle strofe della Spigolatrice di Sapri. Al ritornello, il dottor Bandini mi fu sopra colla sua voce potente e lesse lui:
Eran trecento, eran giovani e forti
E sono morti!
Tornò il silenzio di prima. Ed, io pensai alla notte che si fece sulle due Sicilie, dopo l’eccidio di Sapri. Oh! allora, come deve essere parsa fuori di ogni speranza una ripresa d’armi, a quella povera gente laggiù. Ai profughi si affacciò il sepolcro in terra straniera, e il regno fu tutto un carcere.
Abba G.C., Da Quarto al Volturno. Noterelle d’uno dei Mille, in: http://www.liberliber.it, pp. 11, 13.
In mare. Dal piroscafo il Lombardo. 6 maggio mattino.
Si odono tutti i dialetti dell’alta Italia, però i Genovesi e i Lombardi devono essere i più. All’aspetto, ai modi e anche ai discorsi la maggior parte sono gente colta. Vi sono alcuni che indossano divise da soldato: in generale veggo faccie fresche, capelli biondi o neri, gioventù e vigore. Teste grigie ve ne sono parecchie; ne vidi anche cinque o sei affatto canute; ho notato sin da stamane qualche mutilato. Certo sono vecchi patriotti, stati a tutti i moti da trent’anni in qua. Vari partecipanti – Anche tu sei qui? esclamava uno abbracciando un amico: non eri a Parigi? – Arrivai ieri sera. – A tempo per venir con noi? – E avreste voluto fare senza di me?
Abba G.C., Da Quarto al Volturno. Noterelle d’uno dei Mille, in: http://www.liberliber.it, p. 19.
Guida alla Lettura
1) I volontari che Abba incontra sono diversi di provenienza, di cultura, di modi di vestire, di età. Che cosa credi che abbia voluto dire nel sottolineare tutte queste diversità?
2) Perché dice «Entravamo in famiglia»?
3) Leggi il testo de La spigolatrice di Sapri, una poesia di Luigi Mercantini sulla sfortunata spedizione di Carlo Pisacane nel Regno delle Due Sicilie. Perché i volontari si emozionano nel recitarla insieme?
4. Che cosa cogli dalla conversazione dei due amici sul Lombardo il 6 maggio? Come mai i due amici si ritrovano? Che cosa capisci dal fatto che uno dei due stava a Parigi ed è arrivato appena a tempo? Che cosa significa «E avreste voluto fare senza di me?»?