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La spigolatrice di Sapri

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La statua della Spigolatrice sullo scoglio di Scialandro a Sapri 

Il poeta e patriota Luigi Mercantini (1821-1872), a lungo esule per motivi politici, compose questa lirica che molto contribuì a fare della vicenda di Pisacane e dei suoi compagni uno dei miti più noti del Risorgimento italiano.

Si può ascoltare la versione musicata della poesia composta da Mjriam Masciandaro al link: http://archive.org/details/LaSpigolatriceDiSapri

Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti!

Me ne andavo un mattino a spigolare 
quando ho visto una barca in mezzo al mare: 
era una barca che andava a vapore, 
e alzava una bandiera tricolore.

All’isola di Ponza si è fermata, 
è stata un poco e poi si è ritornata; 
s’è ritornata ed è venuta a terra; 
sceser con l’armi, e a noi non fecer guerra.

Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti!

Sceser con l’armi, e a noi non fecer guerra, 
ma s’inchinaron per baciar la terra.
Ad uno ad uno li guardai nel viso: 
tutti avevano una lacrima e un sorriso.

Li disser ladri usciti dalle tane:
ma non portaron via nemmeno un pane; 
e li sentii mandare un solo grido: 
Siam venuti a morir pel nostro lido.

Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti!

Con gli occhi azzurri e coi capelli d’oro 
un giovin camminava innanzi a loro. 
Mi feci ardita, e, presol per la mano, 
gli chiesi: – Dove vai, bel capitano?

Guardommi e mi rispose: – O mia sorella,
vado a morir per la mia patria bella.
Io mi sentii tremare tutto il core,
né potei dirgli: – V’aiuti ‘l Signore!

Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti!

Quel giorno mi scordai di spigolare, 
e dietro a loro mi misi ad andare: 
due volte si scontraron con li gendarmi, 
e l’una e l’altra li spogliar dell’armi.

Ma quando fur della Certosa ai muri, 
s’udiron a suonar trombe e tamburi, 
e tra ‘l fumo e gli spari e le scintille 
piombaron loro addosso più di mille.

Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti!

Eran trecento non voller fuggire, 
parean tremila e vollero morire; 
ma vollero morir col ferro in mano, 
e avanti a lor correa sangue il piano; 

fin che pugnar vid’io per lor pregai,
ma un tratto venni men, né più guardai;
io non vedeva più fra mezzo a loro 
quegli occhi azzurri e quei capelli d’oro.

Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti!

Guida alla Lettura

1) Quale punto di vista assume il poeta per raccontare in versi il tentativo insurrezionale di Pisacane e dei suoi compagni? Da che cosa lo capisci? Quale risultato vuole ottenere?

2) Come viene descritto Pisacane? Confronta questa descrizione poetica con il ritratto del patriota. Quali analogie e differenze noti? Come te le spieghi? Confrontati con i compagni.

3) Scegli tre o quattro aggettivi che possano indicare il suo aspetto fisico e le sue caratteristiche morali secondo il racconto che ne fa il poeta Luigi Mercantini.

4) Confronta il racconto dello storico, la poesia di Luigi Mercantini e la versione in musica di Mjriam Masciandaro. Insieme ai compagni, rilevane analogie e differenze e discutetele.

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