top of page

Sei in: Fare l'Italia, fare gli italiani - Le donne nel Risorgimento - 2 IN FAMIGLIA - La gestione domestica e la cura dei figli

La gestione domestica e la cura dei figli

Con il matrimonio la donna diventava responsabile della gestione della casa. In quest’ambito si possono rilevare molte differenze tra i diversi ceti sociali. Le donne dell’aristocrazia o della ricca borghesia avevano a propria disposizione una numerosa servitù (cuoche, cameriere, sguattere, guardarobiere, giardinieri, maggiordomi ecc.) e il loro ruolo consisteva nel dirigere e suddividere i lavori, e nel sorvegliare i diversi servitori. Questi compiti richiedevano autorevolezza e un certo impegno, ma lasciavano abbastanza tempo per coltivare interessi personali e relazioni sociali e di amicizia. Le donne della piccola borghesia potevano spesso contare sull’aiuto di una sola domestica o di una “servetta”, poco più che bambina, a cui facevano svolgere i lavori più umili, o da cui si facevano accompagnare durante gli acquisti, ma che dovevano anche addestrare, perché sovente arrivava dalla campagna ed era poco abituata al modo di vivere in case borghesi. Le donne dei ceti popolari, invece, non solo svolgevano da sole tutti i lavori domestici necessari alla propria famiglia, ma spesso si sobbarcavano anche molti compiti per conto delle famiglie benestanti: lavare il bucato, stirare, cucire, riparare la biancheria.

1807-Ruspoli-family-palazzo.jpg

Il dipinto ritrae la famiglia Ruspoli durante una colazione all'interno del loro palazzo

La gestione della casa e della famiglia si complicava con la nascita dei figli, anche perché nell’Ottocento le famiglie, sia quelle popolari sia quelle aristocratiche e borghesi, erano numerose. Anche con la nascita dei figli le differenze tra classi sociali facevano sentire il loro peso: le donne dei ceti più ricchi disponevano di balie, bambinaie e istitutrici o precettori a cui affidare i figli e la loro educazione dalla prima infanzia fino all’adolescenza. Le madri certo si occupavano dei figli con affetto e curavano la loro educazione, ma i compiti più noiosi e umili erano delegati alla servitù. Le donne dei ceti operai, che lavoravano dieci o anche dodici ore al giorno, spesso lasciavano i bambini a parenti e vicine o dovevano addirittura rinunciare ai figli, lasciandoli alla ruota: una scelta dolorosa che molte madri speravano non definitiva. Spesso, infatti, inserivano tra le fasce del piccolo abbandonato un’immagine, un medaglione o una lettera che potesse servire a riconoscerlo quando, anni dopo, avessero potuto presentarsi all’orfanatrofio per riprenderlo. Il fenomeno, alla metà del secolo, assunse grande rilevanza. La completa abolizione delle ruote avvenne solo nel 1923.

Monet,_Claude_-_Luncheon,_the_(1868).jpg

Claude Monet, A pranzo, 1868, olio su tela, 191x125 cm, Stadelsches Kunstinstitut, Francoforte

Attività

Come cambiarono i ruoli e le condizioni di vita nelle famiglie durante le vicende risorgimentali? Certamente non tutte le famiglie furono coinvolte. Il Risorgimento non fu un fenomeno di massa, ma per coloro che vi parteciparono attivamente, il coinvolgimento fu importante: arresti, processi, prigione, esilio, morte in carcere o in battaglie e sommosse. Se in prima linea c’erano più spesso gli uomini (ma non solo), gli eventi sconvolgevano spesso anche le donne: le mogli, le fidanzate, le figlie o le madri.

Dopo aver letto i testi indicati in calce, rispondi alle domande qui di seguito, citando nella risposta le persone a cui fai riferimento:

  1. A quali ceti sociali appartengono le donne di cui hai letto le biografie?

  2. Il coinvolgimento nelle vicende risorgimentali avviene per influenza della famiglia di origine, per scelta personale o per adesione alle idee dei mariti o dei figli?

  3. Quali sconvolgimenti porta nella vita di ciascuna di loro la partecipazione al Risorgimento?

 

bottom of page