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Guerra in mare

Stati e imperi, fin dall’antichità, avevano usato flotte di navi per commerciare e combattere; molto presto le navi furono modificate in funzione dello scopo: il trasporto e il commercio oppure la battaglia navale. Nell’Età moderna, le imbarcazioni e gli apparati di vele furono irrobustiti e modificati: furono costruiti i grandi velieri adatti ad affrontare gli oceani nei viaggi d’esplorazione e nei commerci transoceanici.

Agli inizi dell’Ottocento furono costruite imbarcazioni che utilizzavano il vapore per garantire una navigazione indipendente dai venti: i primi battelli a vapore, mossi da grandi ruote a pale, furono impiegati negli Stati Uniti solo nella navigazione interna. Altre invenzioni contribuirono a migliorare gli scafi e rendere possibile l’utilizzo di imbarcazioni a vapore in mare aperto per uso militare: l’elica in sostituzione delle ruote a pale (1840-1850), i cannoni Paixans (1854-1965) in grado di sparare proiettili esplosivi, un nuovo sistema di lastre corazzate in acciaio per rinforzare le fiancate. ll ferro fu poi utilizzato come unico materiale di costruzione delle navi al posto del legno: il ferro era più stabile e resisteva meglio alle vibrazioni trasmesse dai motori allo scafo.

Il primo piroscafo a vapore in Europa fu costruito a Napoli nel 1818 e già nel 1870 il numero di navi a vapore superava quello dei velieri.

In poco più di cinquant’anni, gli anni del Risorgimento italiano, si era realizzata una grande trasformazione della marineria, sia commerciale che militare: l’articolazione delle flotte, le manovre in mare, e l’attrezzatura dei porti risultarono profondamente modificati alla fine dell’Ottocento.

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