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L’impianto manualistico serve poco
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Bersaglieri e corazzieri
Fare l'Italia, fare gli italiani
Il processo di unificazione nazionale
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Gli stranieri nell’impresa dei Mille
Tra i Mille erano presenti 35 stranieri di diverse nazionalità, in particolare ungheresi, polacchi, inglesi, bavaresi, austriaci. Tra gli ungheresi ricordiamo il tenente colonnello Lajos Tüköry, caduto nella presa di Palermo e il generale István Türr, al quale Garibaldi affidò il comando di una delle sue quattro divisioni. Nel quadro di Gerolamo Induno che rappresenta l’imbarco da Quarto, Stefano Türr è il personaggio in abiti civili ritratto accanto a Garibaldi e al generale Giuseppe Sirtori che, invece, è in divisa.
Fra gli stranieri c’era anche Emanuele Berio, detto il Moro, nato in Angola nel 1840 e morto a Napoli il 2 marzo 1861 per le ferite riportate. Emanuele era figlio di un’angolana e di un italiano che aveva combattuto con Napoleone e, dopo la sua sconfitta, era stato deportato in Angola, allora colonia portoghese. Era quindi mulatto, unico africano che abbia indossato la camicia rossa.
Un ussaro della legione ungherese.
La brigata Eber (dal nome del suo comandante) faceva parte dell’esercito meridionale
Anche tra le fila dell’esercito meridionale gli stranieri erano molto numerosi, soprattutto gli ungheresi (circa 500) raggruppati nella brigata Eber comandata dal colonnello Ferdinand Nandor Eber (1825-1885), corrispondente del quotidiano britannico «The Times» e con cittadinanza inglese.
La partecipazione francese è documentata nella testimonianza di Maxime Du Camp: La Spedizione delle Due Sicilie (pubblicato in Italia da Cappelli, nel 1963) e nel memoriale di Giuseppe Cesare Abba.