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L’impianto manualistico serve poco
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Bersaglieri e corazzieri
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Giuseppe Pecchio, un liberale esule in terra inglese
Giuseppe Pecchio
Figura di spicco del Romanticismo lombardo, tra gli animatori de «Il Conciliatore» (settembre 1818 – ottobre 1819), Giuseppe Pecchio è un esempio significativo, pur se meno noto di altri, di come gli esuli italiani seppero interpretare i temi del liberalismo transnazionale e diffondere la conoscenza del pensiero risorgimentale fuori dai confini del nostro paese.
Giuseppe Pecchio, di nobile e antica famiglia, nacque a Milano nel 1785. Dopo essersi laureato in legge all’Università di Pavia, nel 1808 entrò nell’amministrazione napoleonica del Regno d’Italia come assistente del Consiglio di Stato per l’interno e le finanze. Nel 1818, dopo il rientro degli austriaci a Milano, si avvicinò alla cerchia liberale del conte Federico Confalonieri e collaborò con lui nell’istituire in Lombardia scuole per bambini poveri e nella organizzazione della società segreta dei Federati. A lui sono dovuti la maggior parte degli articoli di economia pubblicati su «Il Conciliatore», nella breve ma intensa stagione che il periodico milanese visse tra il settembre 1818 e l’ottobre 1819, per complessivi centodiciotto numeri, prima della chiusura imposta dalla censura asburgica.
Nel 1821 svolse un ruolo da intermediario con i rivoluzionari del Piemonte e fu tra i promotori del fallito complotto antiaustriaco a Milano. Quindi, condannato a morte in contumacia e bandito dal Lombardo-Veneto, migrò nel 1822 in Spagna e in Portogallo, dove contribuì a fondare società segrete assieme a Guglielmo Pepe e ad altri esuli. Nel 1823 si stabilì definitivamente in Inghilterra, dove intrecciò stretti rapporti con i circoli liberali inglesi che facevano riferimento alla Holland House e alla «Edinburgh Review» e, scrivendo sulla stessa «Edinburgh Review» e su altri periodici, contribuì a porre all’attenzione dell’opinione pubblica la questione italiana. Nel 1825 si recò in Grecia su incarico del London Greek Committee. Sull’esperienza diretta che aveva avuto nelle rivoluzioni spagnola, portoghese e greca, Pecchio ci ha lasciato diversi opuscoli, che circolarono ampiamente in Europa e furono tradotti in varie lingue. Con la sua Storia dell’economia pubblica in Italia (1820) contribuì notevolmente a diffondere in Europa la conoscenza del pensiero economico italiano. L’esperienza inglese gli fece apprezzare il sistema costituzionale e il modello economico dell’Inghilterra, che raccomandò ai lettori continentali negli scritti Un’elezione di membri del parlamento in Inghilterra (1826) e Osservazioni semiserie di un esule sull’Inghilterra (1831). Pubblicò a Lugano nel 1830 una biografia di Ugo Foscolo: Vita di Ugo Foscolo scritta da Giuseppe Pecchio. Nell’isola ebbe modo di insegnare Lingua e letteratura italiana a Nottingham e a York, prima di sposarsi nel 1828 con una ricca signora inglese. Morì a Brighton nel 1835.