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Garibaldi consapevole delle difficoltà (G. Garibaldi)

Spesso Garibaldi è stato considerato abile e coraggioso in battaglia. In molte battaglie della Spedizione dei Mille è stato a volte anche fortunato. Ciò non toglie che fosse consapevole delle difficoltà che si trovava davanti. Lo aveva dimostrato alle porte di Palermo e lo dichiara esplicitamente nel libro a metà tra il romanzo e le memorie intitolato I Mille, pubblicato nel 1874.

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Garibaldi in una litografia di Lafosse

La nostra linea di battaglia era difettosa; essa era troppo estesa da Maddaloni a S. Maria. – Il centro nemico che dovevasi considerare la sua massa più forte, era in Capua, da dove poteva sboccare a qualunque ora della notte, e sorprendere a circa tre miglia di distanza la nostra sinistra. [...]
Il difetto delle nostre posizioni e della linea nostra non mi lasciava tranquillo, siccome i sintomi d’un’imminente battaglia a cui preparavasi l’esercito nemico più numeroso, più disciplinato e meglio fornito d’ogni cosa, del nostro. [...] 
L’addentrarsi del nemico nella nostra linea ed alle spalle, movimento d’altronde ben eseguito, e con molta sagacia, e di notte, provava essere egli ben pratico del paese. – Tra le strade che dal Tifate e dal monte S. Angelo, mettono verso Capua, ve ne sono alcune incassate nel terreno, che posa su tufo vulcanico, alla profondità di più metri. Tali strade furono probabilmente praticate a’ tempi antichi, come comunicazioni tattiche di un campo di battaglia; e le acque piovane, scendendo velocemente dai monti circostanti, hanno senza dubbio influito a scavarne maggiormente il fondo. Il fatto sta che in qualunque di quelle strade incavate, ponno transitarvi al coperto forze considerevoli, anche con artiglieria e cavalleria. [...] 
Dopo gli avvenimenti narrati, mi fu possibile salire sul monte S. Angelo, per potervi distinguere lo stato del campo di battaglia, e m’accorsi esser veramente un impegno serio. Il nemico preparato da più giorni ad una battaglia decisiva, avea riunito sotto Capua quanta forza egli possedeva in tutte le parti del regno, al settentrione del Volturno. – Le due piazze forti di Gaeta e Capua, non solo diedero un buon contingente di truppe, ma lo fornirono di quanto materiale da guerra esso poteva abbisognare; dimodoché la forza nemica, che uscì da Capua contro il nostro centro e la nostra sinistra, era veramente formidabile. [...] 
Da una parte e dall’altra la battaglia fervea disperatamente; era un flusso e riflusso di attacchi e di riscosse, una mischia generale su tutta la linea. 

 


Da Garibaldi G., I Mille, in: http://www.liberliber.it, pp. 194-197.

 

 

 

Guida alla Lettura

 
Individua gli elementi di debolezza del proprio schieramento riconosciuti da Garibaldi, i vantaggi dei borbonici e il fatto decisivo che permette al generale di avere una visione d’insieme della battaglia.

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