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Moda e ruoli femminili

Nel corso dell’Ottocento la moda ebbe significative trasformazioni che ci informano non solo sui gusti dell’epoca, ma anche sul modo in cui cambiarono l’immagine e il ruolo della donna nella società.

Le donne del popolo continuarono a vestire abiti confezionati con tessuti di modesta qualità, a volte realizzati in casa, con pochi ornamenti. Spesso indossavano abiti dismessi dalle donne più ricche e ricevuti per carità. Gli abiti per le occasioni importanti (matrimoni, battesimi, processioni e feste di paese) erano spesso quelli tradizionali, che oggi consideriamo costumi regionali.

Seguire le continue trasformazioni della moda era stato fino all’Ottocento un lusso accessibile solo all’aristocrazia, che anche in questo modo manifestava la propria ricchezza ed egemonia sociale. Nel corso dell’Ottocento, a poco a poco, adeguarsi ai canoni della moda divenne un obbligo anche per la borghesia che si stava arricchendo: la donna e l’immagine che essa dava con il suo abbigliamento divennero il segno del successo economico della famiglia e della sua rispettabilità.

Mentre i vestiti maschili si adeguarono a uno stile relativamente semplice che è rimasto in gran parte simile fino a oggi, la moda femminile divenne sempre più elaborata. All’inizio del secolo gli abiti femminili, a vita alta, erano caratterizzati da una linea sciolta e naturale, la biancheria era ridotta al minimo, le scarpe erano prive di tacchi e le acconciature erano poco decorate.

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Ma a partire dagli anni trenta fino alla fine degli anni sessanta la moda era diventata molto più complessa: i cambiamenti si ebbero soprattutto per lunghezza e ampiezza di gonne, corpetti e scollature, maniche. Le gonne diventarono sempre più lunghe, fino a terra, e ampie, sostenute dapprima solo da sottogonne ricamate, adorne di pizzi e balze, a cui si aggiunsero crinoline e infine, addirittura, leggere gabbie in fili metallici. Sulle gonne venivano inseriti ricami, pizzi, fiocchi, volant ornamentali. Corsetti e corpetti divennero sempre più stretti, come dei busti, modellati da lacci e stringhe e resi rigidi da stecche di balena, per segnare un punto vita sottile.

Le maniche rivelavano tutta la fantasia dei sarti e degli stilisti di allora, quasi tutti di Parigi, città dalla quale venivano diffuse in tutta Europa le prime riviste di moda, destinate alle signore della buona società che sapevano leggere: «Il Corriere delle dame», «Le Ore casalinghe», «La Moda», «Il Giornale delle Fanciulle».

Le maniche furono dapprima aderenti con sbuffi all’altezza dell’omero e della spalla, poi furono diffusi modelli che si allargavano al gomito lasciando intravedere sottomaniche in batista ricamate e adorne di pizzi. Per la sera prevalevano maniche corte abbinate a guanti lunghi fin sopra il gomito.

Se durante il giorno gli abiti erano accollati o con modeste scollature adorne anche esse di pizzi e volant, alla sera le scollature erano ampie e lasciavano scoperte anche le spalle. Sopra questi vestiti si indossavano, fuori casa, se la temperatura lo richiedeva, scialli e mantelli.

Anche gli accessori erano molto eleborati: biancheria ricca, con mutandoni, corsetti, busti, sottogonne, calze di seta, scarpe stringate a stivaletto, cappelli con fiori, piume, nastri. Una signora elegante si cambiava d’abito almeno quattro volte al giorno, ed esistevano abiti specifici per ogni occasione, dal ballo alla villeggiatura, dal viaggio alla passeggiata pomeridiana. Cappello e guanti erano accessori a cui nessuna donna della buona società poteva rinunciare fuori casa.

Oggi comprendiamo bene che questi abiti, pur molto affascinanti e scenografici, come abbiamo potuto vedere in molti film storici, erano poco funzionali: le gonne, troppo voluminose, impedivano spostamenti rapidi in luoghi ridotti, e i corpetti troppo stretti impedivano una respirazione adeguata. Abiti così limitavano di fatto l’autonomia di movimento delle donne, ed erano infatti destinati a coloro che appartenevano alla buona società. Donne che, in casa, non lavoravano perché avevano a disposizione la servitù, e fuori casa si spostavano poco, spesso in carrozza o accompagnate da un servitore. Gli abiti erano soprattutto la dimostrazione della ricchezza della famiglia e del marito, al cui braccio si recavano in chiesa, ai balli, alle feste, a teatro.

Gli abiti e la moda rispecchiano la mentalità della società del tempo: nel Settecento, le aristocratiche, nei loro semplici vestiti a vita alta, erano molto libere intellettualmente e sessualmente, le ricche signore della borghesia e dell’aristocrazia imborghesita dell’Ottocento, chiuse da busti e crinoline, rimasero confinate in casa nel loro ruolo di mogli fedeli e madri. Il loro corpo scomparve, coperto da bei vestiti, ed era mostrato come un elemento di decorazione solo in occasione di feste e balli. L’Ottocento, secolo della borghesia, era un mondo più che mai maschile.

La moda cambiò, lentamente, negli ultimi decenni dell’Ottocento, in concomitanza con la trasformazione del ruolo delle donne: aumentava l’istruzione femminile e le donne rivendicavano l’accesso al lavoro, anche nelle professioni intellettuali. Cresceva il numero delle operaie, ma anche delle maestre, delle impiegate, delle giornaliste. Aumentavano le associazioni femminili e le leghe sindacali. Le donne avevano l’esigenza di uscire di casa, di muoversi più liberamente.

Già alla fine degli anni sessanta le gonne diminuirono di volume, scendendo dritte davanti e sui fianchi e ampliandosi solo nella parte posteriore, che veniva rialzata con un sellino per dare volume, ed era arricchita da panneggi, arricciature, frange, fiocchi, e a volte da un piccolo strascico, tanto che spesso la quantità di tessuto era uguale a quello che serviva per le enormi sottane del periodo precedente. Gli strati di biancheria rimasero gli stessi. Anche i cappelli diminuirono di dimensione, ma rimasero molto decorati.

Negli anni ottanta, infine, anche i sellini furono abbandonati, e le gonne, pur rimanendo lunghe, si assottigliarono, tanto da rendere complicato persino camminare.

La moda nell’Ottocento

Attività

1) Osserva le donne che appaiono in queste fotografie e in questi quadri dell’Ottocento e, ponendo attenzione ai loro abiti, rispondi alle seguenti domande.

  1. A quale classe sociale appartenevano le donne raffigurate? Aristocrazia, borghesia o popolo?

  2. In base ai dettagli, a quale epoca appartiene ciascun abito? Prima degli anni trenta, tra i trenta e i sessanta, dopo gli anni sessanta?

  3. Quali altri accessori vedi nelle illustrazioni?

 

2) Collega a ogni immagine il suo titolo, scegliendolo fra quelli che ti diamo di seguito.

  • Foto di Jessie White Mario, anni sessanta.

  • Stampa con costumi del Regno di Napoli, 1828 ca.

  • Silvestro Lega, Il pergolato, 1860.

  • Ritratto della Contessa di Castiglione, anni sessanta.

  • Francesco Hayez, Ritratto della famiglia Stampa di Sonico, 1821-1822.

  • Franz Xaver Winterhalter, Eugenia, imperatrice di Francia con le sue damigelle, 1855.

  • Jean-François Millet, Piantatori di patate, 1861.

  • Silvestro Lega, Il canto dello stornello, 1867.

  • Carl Bloch, Un’osteria romana, 1866.

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