Guida alla Lettura
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Fonti consultate
L’impianto manualistico serve poco
L’impianto manualistico serve poco
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Bersaglieri e corazzieri
Fare l'Italia, fare gli italiani
Il processo di unificazione nazionale
Sei in: Fare l'Italia, fare gli italiani - Le classi sociali nel Risorgimento - 3 LE CLASSI POPOLARI - Mestieri e condizioni di vita
Mestieri e condizioni di vita
Le classi popolari costituivano l’80-85% della popolazione italiana nell’Ottocento. Erano persone quasi tutte analfabete,
che per vivere potevano contare solo sul loro lavoro manuale.
Tre quarti di questi lavoratori erano impegnati nell’agricoltura, che aveva bisogno di moltissima manodopera perché
allora tutto il lavoro veniva svolto manualmente o con l’aiuto di animali. Infatti, non erano ancora state inventate le
macchine agricole che oggi, con pochissimi addetti, consentono di svolgere le operazioni di preparazione della terra,
semina, irrigazione, raccolta ecc.
Molto meno numerosi, invece, erano i lavoratori del settore secondario, perché l’industrializzazione non era ancora
decollata in Italia. Scarsissime erano ancora le fabbriche, specie quelle di grandi dimensioni, e la produzione era fatta in
genere a domicilio o in botteghe artigiane e, anche in questo caso, il lavoro era fatto esclusivamente a mano.
Un particolare tipo di lavoro manuale, poi, era quello dei domestici, molto numerosi in un mondo in cui gli
elettrodomestici non esistevano e quindi cucinare, lavare, pulire, curare i giardini ecc. richiedeva molto tempo e molto
personale.
Nonostante il ruolo fondamentale che le classi popolari avevano nella società, le loro condizioni di vita erano molto
misere, così come lo erano state nei secoli precedenti. Il lavoro manuale, infatti, era pagato pochissimo, e la mancanza
di cultura aumentava il rischio di subire continui soprusi. Per le famiglie popolari, quindi, la povertà era una realtà
continuamente sperimentata, e bastava poco (una malattia, un incidente, un anno di cattivi raccolti) per farle precipitare
in una situazione di miseria assoluta.
Al gradino più basso della scala sociale c’era il mondo del sottoproletariato, composto da chi non aveva un lavoro o lo
aveva perso o non poteva più lavorare perché era vecchio, invalido o malato. Dato che in quell’epoca non esistevano le
pensioni, il servizio sanitario o l’assistenza sociale, chi si trovava in queste condizioni doveva vivere di espedienti,
oppure doveva affidarsi alle istituzioni di beneficenza. Di questo gruppo facevano però parte anche persone che
svolgevano attività spesso oltre il limite della legge: imbonitori che nelle fiere vendevano i loro prodotti fasulli, mendicanti
di professione, prostitute, ladruncoli.
Attività
La dura condizione delle classi lavoratrici era denunciata anche da molti contemporanei. Leggi il testo di Luigi Pirandello indicato sotto e svolgi le attività proposte nella guida alla lettura: