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La proprietà della terra e il lavoro agricolo

Fino alla fine dell’Ottocento, quando anche in Italia cominciò a svilupparsi la produzione industriale, il 55-60% della popolazione italiana viveva e lavorava nelle campagne. Il lavoro veniva svolto a mano o solo con l’aiuto di buoi e cavalli.
La maggior parte delle terre non era di proprietà dei contadini, ma apparteneva alla nobiltà o all’alta borghesia cittadina, che ottenevano la loro ricchezza proprio dalle rendite che provenivano dalla campagna. Le tenute agricole erano in genere grandi latifondi gestiti in modo molto tradizionale: il proprietario non si interessava della conduzione del fondo, ma lo affidava a un affittuario (in genere un contadino arricchito o un piccolo borghese) ed era questo che si preoccupava di far lavorare il più possibile i contadini per ottenere un profitto maggiore dell’affitto che lui doveva pagare al proprietario.
Accanto ai grandi proprietari, esisteva un ceto di agricoltori che lavorava la terra propria, ma si trattava quasi sempre di pochissime proprietà che non riuscivano a garantire una produzione sufficiente per vivere fino al raccolto dell’anno successivo. Così, spesso, questi contadini dovevano andare anche a lavorare a giornata su terreni altrui, oppure dovevano contrarre debiti che poi difficilmente riuscivano a restituire. In tal modo finivano per perdere la terra di loro proprietà, che andava ad ampliare i latifondi già molto estesi.

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Filippo Carcano, Tipi di una famiglia di contadini nel Veneto, 1885, olio su tela, 202x141,5 cm, Gallerie di Piazza Scala, Milano

I contadini erano legati al proprietario o al suo affittuario da contratti di lavoro diversi, ma sempre molto poco vantaggiosi per loro. Nel Nord, i più poveri erano i salariati a giornata o annuali; invece i coloni e i mezzadri, in cambio di buona parte della produzione e del diritto di risiedere in una cascina, lavoravano senza scadenza su un fondo del proprietario. Nel Sud, i contadini erano in maggioranza salariati senza terra, anche se la consuetudine feudale da secoli garantiva loro il diritto di utilizzare parte del territorio in modo comune per seminare, pascolare e fare legna; ma nel corso dell’Ottocento questo diritto andò perdendosi, perché questi terreni furono acquistati da ricchi borghesi.

Attività

1) Oggi gli addetti all’agricoltura in Italia rappresentano il 4% della popolazione. Nel 1941 erano il 41%. Come mai c’è stata questa diminuzione? Secondo te vuol dire che anche la produzione agricola è diminuita?

2) Nell’unità Il prestito del grano puoi vedere, attraverso la rappresentazione che ne fa lo scrittore Francesco Jovine, quale fosse il rapporto fra latifondisti e contadini nel Molise del 1859, alla vigilia della Spedizione dei Mille.

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