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L’impianto manualistico serve poco
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Bersaglieri e corazzieri
Fare l'Italia, fare gli italiani
Il processo di unificazione nazionale
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Lo Stato nazionale
L’Europa è stata il laboratorio dello Stato nazionale. Già alcuni stati europei in epoca premoderna, come la Francia, la Spagna, l’Inghilterra, avevano assunto estensioni simili a quelle attuali, ma ancora non era possibile abbinare i concetti di Stato e nazione.
Infatti lo Stato nazionale è politicamente sovrano, legittimato dal sostegno dei cittadini tramite libere elezioni. È dotato di un governo elettivo e non autoritario, che esercita il potere su un territorio con confini chiaramente delimitati e su una popolazione che si riconosce nella cultura e nella lingua del paese.
All’interno di questo spazio ufficiale, lo Stato nazionale organizza un sistema di leggi a tutela del benessere solo dei suoi cittadini. Per questo è rassicurante, ma contemporaneamente può essere esclusivo, perché non include i cittadini stranieri residenti che volessero usufruire di quegli stessi diritti. Verso l’esterno, per la forza di identificazione dei cittadini con la loro nazione, può diventare aggressivo, provocando conflitti contro un altro Stato ritenuto ostile. Insomma per lo Stato nazionale vale l’affermazione distintiva “noi e loro” o meglio, a seconda del clima politico internazionale, “noi contro di loro”.
Lo Stato nazionale attiva canali di comunicazione con i suoi cittadini, che possono proporre cambiamenti sia attraverso il sistema delle elezioni politiche e amministrative, sia con l’esercizio del diritto di parola, stampa, riunione e, perché no, del diritto di manifestare liberamente il dissenso e la protesta.
Come si vede, lo Stato nazionale democratico presuppone la tutela dei diritti politici e individuali dei suoi cittadini, sanciti da una Costituzione.
Tutto ciò non esisteva prima della Rivoluzione francese, se si esclude l’Inghilterra, nella quale i diritti della borghesia (ma molto meno del popolo) erano in parte tutelati dal Bill of rights (1689).
La francese Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino, del 26 agosto 1789, all’Articolo 3 afferma: «Il principio di ogni sovranità risiede essenzialmente nella Nazione. Nessun corpo o individuo può esercitare un’autorità che non emani espressamente da essa.» E la parola nazione diventò dirompente nella battaglia di Valmy (1792), dove un esercito di cittadini francesi, straccioni e poco organizzati, vinse contro gli austro-prussiani al grido di «Viva la Nazione!», affermando sul campo i principi della Rivoluzione.
Jean-Jacques-François Le Barbier, Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino nel 1789, olio su tavola, 71×56 cm, Museo Carnavalet, Parigi
Ma perché si afferma il principio dello Stato nazionale a discapito di quello autoritario moderno? Esso nasce intorno alla metà del XVIII secolo, con l’affermazione della società industriale, che presuppone mobilità geografica e sociale, la trasformazione del lavoro, ruoli sociali non rigidi, come nelle epoche precedenti. La società industriale necessita di una lingua nazionale comune, di essere sostenuta da una cultura condivisa e di massa, e quindi da un costoso sistema di istruzione universale obbligatoria, che solo lo Stato può istituire. Deve fondarsi su processi di democratizzazione e di comunicazione di massa: è indispensabile il legame fra lo Stato, la cultura e quindi l’insieme dei cittadini partecipi e consapevoli, non più sudditi passivi.
L’Europa, culla della borghesia, ha esportato lo Stato nazionale insieme alla sua cultura e ai suoi prodotti industriali, prima nei possedimenti coloniali e infine nel mondo intero.
Lo Stato nazionale è diventato l’organizzazione politica d’avanguardia in Europa e nelle Americhe nel corso dell’Ottocento, mentre nel Novecento si è diffuso nei paesi decolonizzati di Asia e Africa, nonostante suscitasse forti contraddizioni con le culture locali. In Europa nella prima metà del Novecento ha raggiunto livelli di estremismo nazionalista e razzista che sono stati fra le cause della Seconda guerra mondiale.
Oggi le contraddizioni dello Stato nazionale stanno esplodendo in varie parti del mondo a causa della globalizzazione, che presuppone maggiore collaborazione e solidarietà fra gli stati, non chiusure egoistiche all’interno dei propri confini.