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La cavalleria

La cavalleria raggruppa le unità militari a cavallo, anche se i cavalli sono usati pure in fanteria e nel genio, in genere dagli ufficiali, per potersi spostare rapidamente da un punto all’altro dello schieramento fra i diversi reparti.

La cavalleria è stata un’arma di antiche tradizioni, nel mondo antico e soprattutto nel Medioevo, epoca in cui costituiva il nerbo di ogni esercito, e giunse a essere un ordine (o classe) sociale potente e prestigioso, che aveva un proprio codice d’onore.

Nel Medioevo i cavalieri montavano con pesanti bardature e corazze, che rivestivano il cavaliere e in parte anche il cavallo. Portavano stendardi e vessilli. Si esercitavano in spettacolari tornei e giostre sopravvissute fino ai nostri giorni come feste popolari e manifestazioni di folclore.

Durante il Risorgimento la cavalleria fu protagonista di diverse battaglie, con azioni tipiche di quest’arma: le cariche, in cui i reparti si lanciano al galoppo contro le file avversarie. I reparti di cavalleria erano anche impiegati in operazioni meno spettacolari: pattugliamento, sorveglianza del fronte, azioni in avanscoperta, trasmissione veloce di ordini ecc.

Come forza armata vera e propria, la cavalleria italiana ha combattuto le ultime battaglie durante la Seconda guerra mondiale nella campagna di Russia (1941 – carica del reggimento Savoia Cavalleria sul Don).

L’utilizzo delle mitragliatrici infatti rende qualunque carica di cavalleria un’impresa suicida.

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Giovanni Fattori, Il ritorno della cavalleria, 1888, olio su tela, 140x84 cm, Pinacoteca Provinciale, Bari

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