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Sei in: Fare l'Italia, fare gli italiani - L'impresa dei Mille - 3.2 SOGGETTI e PROTAGONISTI - Le biografie - La camicia rossa di Alberto Mario 

La camicia rossa di Alberto Mario

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In La camicia rossa Alberto Mario ci ha lasciato testimonianza scritta della sua partecipazione all’impresa dei Mille.

Il memoriale, scritto negli anni del soggiorno fiorentino con l’aiuto della moglie Jessie White, viene pubblicato in inglese (The Red Shirt) nel 1864. Nel 1866 la prima edizione italiana compare a puntate su «Il Sole», “giornale politico e commerciale”, mentre è del 1870, la prima pubblicazione in volume.

La seconda edizione del 1875 utilizza come presentazione una lettera del 22 giugno 1866, inviata da Carlo Cattaneo che avendo letto il libro (si ritiene nella versione inglese) volle esprimere il suo apprezzamento («Il tragitto del Faro e le notti d’Aspromonte e di Castel Petroso mi hanno fatto correre i brividi nelle ossa») e un suggerimento all’amico Alberto Mario («Ma, poiché fosti testimonio di vista anche al Volturno dovevi aver fatto un capitolo in più. Per le tante favole d’allora la battaglia del 1° e del 2 ottobre è sempre un indovinello»).

Il memoriale è dedicato ai compagni d’armi Nullo e Zasio che sono definiti «eroi». Amici carissimi di Alberto, Francesco Nullo ed Emilio Zasio parteciparono con lui alla vittoriosa «campagna di Calabria» e alla sfortunata spedizione di Isernia, che era guidata proprio dal colonnello Nullo.

 La camicia rossa racconta in sei episodi l’epopea garibaldina e ne interpreta lo spirito, dall’euforia della fase siciliana alla tristezza dell’ultimo atto. I sei episodi: Il ponte invisibile; I pionieri; Veni, vidi, vici; Dittatore per tre giorni; I sanniti moderni; L’addio, ripercorrono in successione cronologica le vicende di cui Mario fu testimone dal suo arrivo a Palermo (20 giugno) fino alla partenza di Garibaldi per Caprera (7 novembre).

Nel memoriale trovano spazio, secondo il gusto e la cultura del tempo, belle descrizioni di paesaggi, per esempio lo scenario selvaggio dell’Aspromonte, e sentimenti romantici, come nella storia d’amore sbocciata a Campobasso tra il capitano Zasio e la giovane Silvia. Il linguaggio è ricercato, ricco di citazioni di Dante, Ariosto, Leopardi e di riferimenti alla mitologia classica.

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