top of page

Sei in: Fare l'Italia, fare gli italiani - Le donne nel Risorgimento - 3 CULTURA E POLITICA - L’impegno politico-sociale e il diritto al voto

L’impegno politico-sociale e il diritto al voto

Per quanto riguarda l’impegno politico delle donne nell’Ottocento, si possono individuare due periodi diversi: nei decenni tra la Restaurazione e il compimento dell’unità, le donne partecipano, per quanto non in massa, alle cospirazioni. Sono soprattutto le donne colte, borghesi e aristocratiche, a impegnarsi nei moti liberali. Aprono i loro salotti agli intellettuali e ai patrioti che si confrontano sulle strategie per costruire un’Italia unita e indipendente. La Carboneria aveva anche promosso un’organizzazione femminile, le Giardiniere, che perseguivano gli stessi scopi e con gli stessi metodi. In questa partecipazione alle cospirazioni e ai moti liberali anche le donne corrono il rischio di essere arrestate e di subire il sequestro dei beni, e alcune devono lasciare l’Italia. Proprio all’estero, in Svizzera e a Londra, sono diverse le figure femminili che aiutano e sostengono gli esuli. Le donne del popolo non partecipano alle guerre sostenute dall’esercito regolare, ma si attivano soprattutto in occasione delle sommosse nelle città.
Dopo l’unità d’Italia la situazione cambia: sembra che per la partecipazione femminile non ci sia più spazio, perché alle donne non viene riconosciuto il diritto di voto, nonostante un ricorrente dibattito per il suffragio femminile negli ultimi due decenni dell’Ottocento, almeno nelle elezioni locali. Le energie delle donne più colte si volgono allora all’impegno nell’educazione dei bambini e delle popolane. Soprattutto a Milano e in altre città sorgono associazioni e istituzioni filantropiche che gestiscono asili, scuole elementari e professionali. Un altro terreno di impegno per le donne fu il giornalismo, sia quello divulgativo sulle riviste femminili, sia quello di denuncia, con saggi e pubblicazioni.

British_suffragette_clipped.jpg

La foto, scattata in Gran Bretagna tra il 1900 e il 1909, mostra una donna che distribuisce pubblicazioni a favore del voto femminile

Lo sviluppo del lavoro femminile nelle fabbriche e negli uffici negli ultimi decenni dell’Ottocento portò alla crescita anche delle organizzazioni femminili, leghe e associazioni di categoria. Il miglioramento delle condizioni di lavoro, il salario (che era inferiore a quello maschile), la tutela della maternità, furono i temi delle lotte di queste prime organizzazioni sindacali e politiche. I primi risultati si ebbero agli inizi del Novecento: nel 1902 fu approvata la legge per la tutela del lavoro delle donne e dei fanciulli e nel 1905 fu istituita a Milano la prima Cassa di maternità.
La lunga lotta per il diritto delle donne al voto, ispirata agli scritti delle prime femministe del periodo della Rivoluzione francese, cominciò già a metà dell’Ottocento negli Stati Uniti e si diffuse poi in Europa e in Italia alla fine del secolo, le organizzazioni per il suffragio ebbero stretti rapporti con il movimento operaio. In Italia le donne votarono per la prima volta al referendum istituzionale del 2 giugno 1946.

bottom of page