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Sei in: Fare l'Italia, fare gli italiani - L’impresa dei Mille - 3.2 SOGGETTI e PROTAGONISTI - Le biografie  - Jessie White Mario e l'ospedale di Garibaldi (J. White Mario)

Jessie White Mario e l’ospedale di Garibaldi (J. White Mario)

Nell’estate del 1860 Jessie White si trovava in Sicilia dove aveva un ruolo fondamentale nell’organizzazione delle retrovie garibaldine. Questa lettera, che lei stessa invia il 16 luglio a un’iscritta a un’associazione londinese impegnata nella raccolta di fondi a favore di Garibaldi, permette di ricostruire i compiti che le erano affidati. 


La vostra cara lettera in data del 5 luglio mi fu ieri recapitata qui tra i feriti ed i malati: siccome domani parte un vapore, io non perderò tempo per rispondere alle vostre domande.

Come vedrete dalla lettera di Garibaldi a Lady Shaftesbury egli desidera che io riceva le somme che voi raccogliete per gl’invalidi. Mandatele perciò al banchiere di cui vi accludo il nome, giacché questo è il modo più sicuro e più celere per ricevere danaro dall’Inghilterra. Io vi manderò ogni giorno un ragguaglio della spesa firmato dal generale, il quale vi manderà inoltre una ricevuta per ogni versamento così i vostri soscritti vedranno che le loro offerte sono usate al fine per cui essi le diedero.

Non trovo parole acconce per esprimere la mia gratitudine a voi tutte per la vostra benevolenza ai nostri poveri volontari, i quali hanno sofferto quello che nessuna armata regolare mai soffrirà […]. Le vostre contribuzioni riesciranno ora proprio inestimabili, perché abiliteranno il dottor Ripari a provvedere i feriti di parecchie agiatezze (in Inghilterra noi le chiameremo necessità), che altrimenti non si potrebbero avere. […]

Dei prodi che caddero a Calatafimi tutti quelli che sopravvissero vennero a Palermo, dove il vecchio ospedale militare è più adatto per cani che per uomini. […] Dopo la presa di Palermo furono aperti ospedali provvisori, che sono ora concentrati in questo.

Il dottor Ripari, medico in capo dell’esercito di Garibaldi, volgendo gli occhi intorno in cerca d’un luogo arioso e sano pei suoi uomini, il suo sguardo cadde sopra il collegio Massimo dei Gesuiti, come quello che farebbe proprio al caso suo; e così è veramente. Durante le cinque settimane da cui è aperto, noi non abbiamo perduto altro che un uomo, il quale morì di vaiuolo nero; ma siccome pel luogo spazioso potemmo assegnarli un pavimento a lui solo, l’infezione non si è diffusa. 
 


Da «Il diavoletto», Napoli, 8 agosto 1860, riproposto in: Banti A.M. (a cura di), Nel nome dell’Italia. Il Risorgimento nelle testimonianze, nei documenti e nelle immagini, Laterza, Roma-Bari 2011, pp. 377-378.

 

 

Guida alla Lettura     
 

1) Dalla lettera si deduce che Jessie White era impegnata in due fondamentali attività: quali?  

 
2) A chi era destinato il denaro inviato dall’associazione londinese con cui Jessie corrispondeva?  

 
3) In che modo si assicuravano gli iscritti dell’utilizzo delle loro offerte?    


4) Chi era il dottor Ripari? Quale rapporto aveva con Jessie White?

   
5) Immagina e scrivi un dialogo fra i due, alla data del 16 luglio 1860.

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