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Sei in: Fare l'Italia, fare gli italiani - Gli stati preunitari: origine, restaurazione, moti liberali - 2 SPAZI, TEMPI, EVENTI - 2.1 Il Lombardo-Veneto - Il tentativo di conciliazione nel Regno lombardo-veneto (1815-1820)

Il tentativo di conciliazione nel Regno lombardo-veneto (1815-1820)

Con il Congresso di Vienna (1814-1815) la Lombardia e le Venezie (Veneto, Venezia Giulia, Friuli e Trentino) erano tornate a far parte dell’Impero austro-ungarico con l’imperatore Francesco I d’Asburgo e il principe Klemens von Metternich come cancelliere. Il Lombardo-Veneto comprendeva Lombardia e Veneto, mentre Trentino e Venezia Giulia erano stati direttamente annessi a province dell’impero. La Lombardia, possedimento dell’impero da più lungo periodo, e il Veneto, pervenuto all’Austria solo dal 1797 con il trattato di Campoformio, avevano comunque governatori diversi e una certa separazione amministrativa.

Il Regno lombardo-veneto era un territorio ricco e importante per l’impero che utilizzava i porti di Trieste e Venezia.

Il generale Heinrich Johan Bellegarde, nominato governatore del Lombardo-Veneto, tentò quindi di non entrare in conflitto con le élite locali, cercò anzi una politica di conciliazione, nella speranza di conquistare, con provvedimenti di buon governo, la fedeltà dei ceti intellettuali, dell’aristocrazia e dei possidenti lombardi e veneti. Si presentò come l’uomo della pacificazione e, in ambito culturale, propose addirittura la redazione di una rivista di letteratura italiana: «Biblioteca italiana».

Questa scelta veniva definita politica dell’“amalgama”, anche se in tutte le più importanti cariche pubbliche furono imposti funzionari austriaci emarginando le élite lombarde e venete, a cui erano assegnate solo onorificenze e cariche marginali nell’amministrazione locale per le decisioni di spesa sulla manutenzione di chiese, edifici comunali e strade interne. Venne lasciata ai notabili lombardi e veneti anche la direzione dei teatri della Scala a Milano e della Fenice a Venezia.

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Il Teatro alla Scala di Milano in una stampa dell’Ottocento

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Interno del Gran Teatro della Fenice a Venezia in una stampa dell’Ottocento

La strada della conciliazione fu presto abbandonata e Bellegarde fu sostituito dopo due anni con un governatore meno conciliante. Il governo austriaco colse comunque l’occasione della Restaurazione per rendere più moderna ed efficiente l’amministrazione, mantenendo quelle strutture dell’epoca napoleonica che erano finalizzate alla modernizzazione politica e amministrativa: tassazione, catasto, burocrazia competente ed efficiente, istruzione pubblica ecc.

I rapporti con la Chiesa furono impostati in modo equilibrato, con l’intervento dell’amministrazione statale nell’istruzione e solo un parziale ripristino delle prerogative ecclesiastiche antecedenti a Napoleone.

I nobili, che avevano sperato nella restaurazione completa dei loro privilegi e delle loro prerogative nel controllo del territorio a livello locale, furono accontentati solo nei primi anni e via via emarginati per far posto a funzionari fedeli all’amministrazione imperiale e competenti.

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