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Sei in: Fare l'Italia, fare gli italiani - Le classi sociali nel Risorgimento - 1 L’ARISTOCRAZIA - Il ruolo della famiglia e dell’autorità maschile nella nobiltà

Il ruolo della famiglia e dell’autorità maschile nella nobiltà

La famiglia era al centro del mondo aristocratico. Infatti, non contava tanto il singolo individuo, quanto il fatto di far parte di un casato nobiliare che da generazioni controllava un patrimonio e aveva un ruolo nella società. Compito del capofamiglia era conservare l’onore, la ricchezza, il potere della famiglia e trasmetterlo alla generazione futura. Nell’Italia del Sud era rimasto inalterato il modello feudale: la proprietà terriera passava per intero da primogenito a primogenito o, se questo mancava, poteva essere venduta, ma senza essere suddivisa. In altre regioni, invece, il feudo non era più considerato un’unità indivisibile: al primogenito spettava soltanto il titolo nobiliare, ma il patrimonio veniva ripartito tra tutti gli eredi maschi. In questo modo, il latifondo di origine feudale finì con lo scomparire nel giro di poche generazioni, mentre si formarono altri tipi di latifondo, acquistati con il denaro, che non furono più solo di proprietà dell’aristocrazia, ma anche dell’alta borghesia.
La famiglia aristocratica possedeva sia in campagna che in città lussuose dimore che erano il simbolo del potere del casato.

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Interno di Villa Pignatelli di Monteleone a Napoli

L’autorità del padre era indiscutibile e i figli e le figlie dovevano accettare il ruolo che veniva loro richiesto per il bene di tutta la famiglia. In particolare, i matrimoni erano combinati per conservare o accrescere il patrimonio e il prestigio del casato.
Per questo, almeno all’inizio del secolo, l’amore tra i coniugi non era previsto e l’infedeltà femminile non era considerata una colpa. Gradualmente, però, anche nelle famiglie aristocratiche cominciò a manifestarsi un rapporto affettivo maggiore tra i coniugi e una più ampia attenzione per i figli e i loro progetti.

Attività

1) Leggi le biografie di due nobildonne piemontesi: la contessa di Castiglione e la marchesa Costanza D’Azeglio e rispondi alle seguenti domande:

  1. Con chi si sposarono?

  2. Che tipo di rapporto ebbero con i loro mariti?

2) Una rappresentazione di come venisse esercitata l’autorità paterna nelle famiglie nobili dell’Ottocento ci è fornita da Tomasi da Lampedusa nel romanzo Il Gattopardo. Puoi leggerla in Una ragazza da marito nella Sicilia del 1860 e svolgerne le attività.

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