Guida alla Lettura
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Fonti consultate
L’impianto manualistico serve poco
L’impianto manualistico serve poco
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Bersaglieri e corazzieri
Fare l'Italia, fare gli italiani
Il processo di unificazione nazionale
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Guillaume Tell (Guglielmo Tell): brani significativi – I parte
PESCATORE (nella sua barca)
Il piccol legno ascendi,
o timida donzella,
deh, vieni, e pago rendi
il tenero mio cor.
Io lascio il lido, o Lisa;
non sii da me divisa;
il ciel sereno è pegno
a noi d’un grato dì.
GUGLIELMO (a mezza voce)
Dolce è per lui la cura
del foco ond’arde in seno,
né prova il rio veleno
che mi divora il cor.
Perché vivere ancora,
or che non v’è più patria?
Ei canta, e Elvezia intanto,
ahi, quanto piangerà!
(Atto I, scena I)
GUGLIELMO Contro l’ardor del giorno
il solingo mio tetto
v’offra sicuro ed ospital ricetto.
Ivi, nel sen di pace,
vissero gli avi miei;
ivi fuggo i potenti,
e a’ sguardi loro ascondo,
che, padre essendo, io son felice al mondo.
(Atto I, scena III)
GUGLIELMO Arresta... Quali sguardi!...
Tu tremi innanzi a me,
né mi vuoi dire ond’ardi?
Tremar, tremar perché?...
ARNOLDO (Potrò mentirgli il vero!)
Domi da un fato austero,
qual cor non fremerà?
GUGLIELMO Arnoldo, il ver tu celi;
ma forza è che tu sveli
il tutto all’amistà.
ARNOLDO Esser potrei più misero?
GUGLIELMO Misero! Quai misteri!
Parlami il ver.
ARNOLDO Che speri?
GUGLIELMO Di rendere al tuo core
l’onore e la virtù.
ARNOLDO (Ah! Matilde, io t’amo, è vero;
ma fuggirti alfin degg’io.
Alla patria, al dover mio
io consacro un puro amor.)
GUGLIELMO (Nel suo volto io leggo appien
qual dolore ha chiuso in sen;
s’egli infido a noi si rese,
il rimorso alfin intese
e emendar col pentimento
può l’antico disonor!)
Via, si tronchi ogni dimora:
sol vendetta anela il cor.
ARNOLDO Morirò, se vuoi ch’io mora.
GUGLIELMO Pria sia spento l’oppressor.
ARNOLDO Contro l’empio qual consigli
forte appoggio?
GUGLIELMO Nei perigli
non ve n’ha che un sol per noi:
mille al reo ne restan poi.
ARNOLDO Pensa a’ beni che tu perdi.
GUGLIELMO Non li curo.
ARNOLDO Qual mai gloria
dai perigli puoi sperar?
GUGLIELMO Io non so se avrommi gloria,
ma la sorte io vo’ tentar.
Vieni, andiam: fia l’empio estinto.
ARNOLDO Tu dunque speri?..
GUGLIELMO Cangiar mia sorte.
vieni a cercar con me vittoria o morte.
ARNOLDO E vincer credi?
GUGLIELMO Coll’ardir.
ARNOLDO Ma se infelici...
GUGLIELMO Non temer.
ARNOLDO Qual ne resta asil, se vinti...
GUGLIELMO V’è la tomba. Vieni, andiam.
ARNOLDO E il vendicatore?
GUGLIELMO Il ciel!
ARNOLDO Teco sarò, Guglielmo,
allor che della pugna
l’ora sarà.
[...]
GUGLIELMO Che sento! Egli è Gessler... Mentr’ei ne sfida,
vorrai tu, da schiavo codardo,
la grazia ambir d’un disdegnoso sguardo?
ARNOLDO Qual dubbio!.. oh ciel! qual dubbio!
Mortal è quest’oltraggio;
io vo’ sul suo passaggio
sfidare il traditor.
GUGLIELMO Non azzardar l’impresa,
pensa a salvare il padre,
dalle nemiche squadre
la patria a liberar.
ARNOLDO (La patria!.. il padre!.. oh amore!
Che far?)
GUGLIELMO Resisti?.. (Ei freme...
Il vero mi celò).
Odi il canto sacrato ad Imene;
non rammenti il pastor le sue pene,
non s’unisca il piacere al dolor.
Tu seconda il furor di che m’ardo:
odio e morte a quel vil traditor.
ARNOLDO (Ciel, tu sai se Matilde m’è cara,
ma il mio core s’arrende a virtù).
Odio e morte a quel vil traditor.
ARNOLDO (Oh smania!)
[...]
MELCHTAL (agli sposi) Delle antiche virtudi
l’esempio rinnovate.
O figli miei, pensate
che il suol ove nasceste al vostro imen
domanda degli appoggi, de’ custodi.
E voi, gentili, a lor fide compagne,
chiusa è nel vostro petto
la lor posteritade. I figli vostri
degli avi lor fian degni;
da voi la patria attende i suoi sostegni.
(Atto I, scena V)
GUGLIELMO
(Gessler proscrive i voti!)
Udite l’empio! ei grida
che non abbiam più patria,
che per sempre la fonte è disseccata
del sangue de’ gagliardi
e pur troppo noi siam vili codardi!
Un popol senza forza
non produce più eroi
e ai figli son serbate
le catene che voi pur trascinate,
donne, dal talamo scacciate i vostri
sposi: ai tiranni non mancano schiavi.
[...]
GUGLIELMO Cela il fragore ai rei della tempesta.
Può soffocarla della gioia il canto.
Fia che l’odano i crudi
quando le prische avrem nostre virtudi.
[...]
CORO Di destrezza il premio ottiene;
di suo padre ha in petto il cor.
(festeggiando Jemmy)
Si cinge il pro’ guerriero
di ben temprato acciaio,
e indossa un rozzo saio
il semplice pastor.
Ma dove onore il chiama
perir da forte ei brama,
e il dardo suo penètra
le ascose vie del cor.
(Atto I, scena VII)
JEMMY Sì, sì, struggete,
tutto incendete,
ma in ciel v’ha un Nume
vendicator.
Te forse un giorno
farà perduto
l’arco temuto
del genitor.
EDWIGE, MELCHTAL, PESCATORE e CORO di SVIZZERI
Sì, sì, struggete,
tutto incendete,
ma in ciel v’ha un Nume
vendicator.
Verrà un gagliardo,
il di cui dardo
saprà punire
un oppressor.
(Atto I, scena XI)
GUGLIELMO Un solo accento, e ti sarà palese.
Sai, tu, Arnoldo, che sia l’amor di patria?
ARNOLDO Voi parlate di patria?
Ah, non ve n’ha per noi.
Io lascio queste rive
abitate dall’odio,
dalla discordia, dal timor: fantasmi
di servitudi orrende.
In arene men triste onor m’attende.
[...]
ARNOLDO Al campo volo – onor m’attende,
ardir m’accende – m’accende amor.
Desìo di gloria – m’invita all’armi:
è di vittoria – ardente il cor.
[...]
GUGLIELMO Deh! frena i tuoi trasporti,
deh, calma l’ira omai
e vendicar potrai
la patria, il genitor.
ARNOLDO E a che tardiam?
GUGLIELMO La notte
a’ voti nostri amica,
già distende su noi
un’ombra protettrice,
e tu vedrai tra poco
avvolti nel mistero
qui giunger cauti i generosi amici
che udranno i pianti tuoi,
e il vomere e la falce,
cangiati in brandi ed aste
tentar con miglior sorte
o libertade o morte.
ARNOLDO, GUGLIELMO e GUALTIERO
O libertade o morte.
La gloria infiammi – i nostri petti,
il ciel propizio – con noi cospira;
del padre l’ombra – il cor c’ispira,
chiede vendetta – e non dolor.
Nel suo destino – ei fortunato
con la sua morte – par che ci dica
che del martirio – il serto è dato
a coronare – tanta virtù.
(Atto II, scena IV)
Per le attività consulta l’unità Guillaume Tell (Guglielmo Tell): brani significativi – II parte.