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Fonti consultate
L’impianto manualistico serve poco
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Bersaglieri e corazzieri
Fare l'Italia, fare gli italiani
Il processo di unificazione nazionale
Sei in: Fare l'Italia, fare gli italiani - Il biennio 1848-1849 - 2 SPAZI, TEMPI, EVENTI - 2.5 I fatti di Toscana e la Repubblica Romana - Gli avvenimenti di Toscana e la Costituente
Gli avvenimenti di Toscana e la Costituente
Nel 1848 Leopoldo II aveva guardato con interesse alle voci di una possibile federazione tra stati italiani, adottando il tricolore e aderendo al prestito nazionale, ma se ne era dissociato quando divenne chiaro che il progetto piemontese era solamente espansionistico. Il sovrano dopo aver concesso la Costituzione, aveva consentito la formazione di un governo moderato guidato da Gino Capponi e la creazione di un corpo di volontari, soprattutto universitari di Pisa e Siena, che aveva partecipato alla Prima guerra d’indipendenza, distinguendosi nella battaglia di Curtatone e Montanara (29 maggio). Quando i tumulti popolari di Livorno portarono alla caduta del governo moderato, il sovrano diede l’incarico ai democratici Domenico Guerrazzi (Livorno, 1804 – Cecina, 1873) e Giuseppe Montanelli (Fucecchio, 1813 – ivi, 1862).
Tra i due che, insieme a Giuseppe Mazzoni, guidavano il governo provvisorio toscano, dopo la fuga a Gaeta di Leopoldo II (febbraio 1849) scoppiarono dei contrasti circa la proclamazione della Repubblica e l’unione con Roma. Mentre Montanelli, promotore dell’idea di una “Costituente italiana” spingeva in tal senso, Guerrazzi, nominato dittatore e assunti i pieni poteri, tentò di accordarsi con i moderati e di preparare il ritorno di Leopoldo II. Il suo intento era quello di scongiurare l’intervento diretto dell’esercito austriaco nel granducato, ma il tentativo andò a vuoto: le truppe di occupazione austriaca entrarono in Firenze il 25 maggio 1849.
Domenico Guerrazzi
Giuseppe Montanelli