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Sei in: Fare l'Italia, fare gli italiani - Il Romanticismo, un movimento di libertà e giustizia. Patrioti e intellettuali, artisti e soldati - 2 MELODRAMMA E RISORGIMENTO - Gaetano Donizetti - Gemma di Vergy: brani significativi

Gemma di Vergy: brani significativi

CORO Qua, Rolando, e narra a noi

l’alte imprese degli eroi:

de’ francesi, e degl’inglesi

le battaglie, ed il valor.

ROLANDO Vidi cose, che ridire

la mia lingua a voi non basta:

de’ francesi fremon l’ire:

ma non brando, ma non asta

frena il torbido britanno,

d’ogni danno apportator.

Solo d’Orléans la donzella

argin pone al suo furor.

CORO Qual prodigio! Una donzella

argin pone al suo furor?

Narra, narra, e di’ com’ella

pervenisse a tanto onor!

ROLANDO Ella è senno, è brando, è duce

per cittadi e per castella;

strage e morte all’anglo adduce:

è cometa che flagella

coll’infausto suo splendor.

Dei francesi ell’è la stella.

Scudo immenso, e difensor.

CORO Viva d’Orléans la donzella,

nostra speme, e nostro amor.

[…]

TAMAS Su, mi svena; a che t’arresti?

A quel mal che tu mi festi

morte è un bene, che gli affanni

di molt’anni troncar può.

Mi togliesti a un sole ardente,

ai deserti, alle foreste,

perché fossi ognor languente

qui fra nembi, e fra tempeste;

mi togliesti e core, e mente,

patria, nome, e libertà.

(Ma di fiamma onnipossente

arde il core, e niuno il sa.)

[…]

TAMAS Verrà dì che il saraceno

vendicato appien sarà.
(Atto I, scena II)

CORO Lode al forte guerriero, ed onore

del re Carlo all’invitto campione,

delle cento castella al signore,

che l’orgoglio britanno punì.

Venne un turbo dal freddo Albione,

ch’eclissava di Francia la stella;

ma il signor delle cento castella

scese in campo e quel turbo sparì.
(Atto I, scena V)

TAMAS L’odio, che per dieci anni

m’arse sepolto in seno.

Odio sai tu che sia

d’un arabo nel cor? Inferno è l’odio

che dissipato è a stento

col sangue vil dell’inimico spento.

CONTE Onde di tanta rabbia in te sorgente?

TAMAS Ei mi ferì, mi tolse

e padre, e libertà.

CONTE Né volger d’anni

così atroce pensiero

cancellò dalla mente?

TAMAS Arabo io sono e l’ebbi ognor presente.

La vista di quel crudo

fu supplizio per me. A quell’aspetto

mi tornava al pensiero

la libertà rapita,

il padre, e la ferita,

il luogo dov’io nacqui,

il deserto, le selve, e pur mi tacqui.

Del suo, del viver mio l’ora suprema

oggi segnò il destin. Osò l’audace

provocar l’ira mia, trafitto ei giace.

[…]

TAMAS Libertà mi diede, e vita

nell’Arabia, un Dio possente,

tu mi uccidi, e pria rapita

mi hai, fellon, la libertà.

La bestemmia del morente

il tuo nome infamerà.

[…]

TAMAS (per uccidersi) Io libero morrò.
(Atto I, scena X)

Attività

1) Durante la rappresentazione di questo melodramma a Palermo, il 27 novembre del 1847, poche settimane prima dei moti del gennaio 1848 in Sicilia, la romanza di Tamas «Mi togliesti e core e mente,/ Patria, Numi e libertà» fu accolta con applausi scroscianti e grida inneggianti alla libertà. Quali parole e quali situazioni suscitano l’entusiasmo degli spettatori? Perché?

2) Che cosa succede nel 1848 in Italia e in Europa? In quali città le popolazioni insorgono? Che cosa vogliono ottenere gli insorti? Per rispondere puoi consultare:

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