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Garibaldi: Adelaide Cairoli è un esempio per le donne italiane

Durante l’impresa dei Mille, Garibaldi si rivolge frequentemente ai siciliani con discorsi e proclami nel tentativo di coinvolgere la popolazione nella lotta per l’unificazione. Nell’appello del 3 agosto, qui riportato e indirizzato specificamente alle donne dell’isola, il generale addita Adelaide Cairoli come esempio di patriottismo femminile. Dopo questo proclama la notorietà della nobildonna crescerà notevolmente: d’ora in poi Adelaide non sarà più solo la patriota pavese ma apparirà come la madre di tutti gli eroi italiani. 
 

 


ALLE DONNE SICILIANE

La libertà, dono più prezioso che la Provvidenza abbia dato ai popoli, fu acquistata dalla Sicilia, grazie alla maschia risoluzione dei Siciliani ed all’aiuto generoso dei loro fratelli del continente.

La libertà, difficile ad acquistarsi, è più difficile ancora di saperla conquistare; e l’Italia intiera ha provato sovente questa trista verità per lo spazio di molti secoli.

La Sicilia è tale paese, che non abbisogna di ricorrere alla storia degli stranieri, per trovare esempi di virtù cittadine di ogni genere. Il sesso gentile, in tutte l’epoche ha dato prove in quest’Isola benedetta da Dio di tale coraggio da stupire il mondo.

Dalle donne di Siracusa che tagliavano le treccie pei lavori di difesa al tempo dei Romani a quelle di Messina che eccitavano i loro cari ad assalire i bombardatori, molti sono gli atti di valore del bel sesso di quest’Isola.

Il Vespro, fatto unico nella storia delle nazioni, ha pur veduto a fianco dei combattenti per l’indipendenza patria le vezzose Isolane.

Io (e ve lo rammento commosso) dall’alto del palazzo pretorio di Palermo, annunziando, a quel generoso popolo un’umiliante proposta del dominatore, udiva un fremito tale, ripetuto dalle donne che coronavano i balconi, da far impallidire un intero esercito; e quel fremito fu la sentenza di morte alla tirannide.

La Sicilia è libera, – è vero, una sola Cittadella rimane in potere del nemico. – Ma, orsono dodici anni, il valore siciliano ottenne lo stesso risultato; eppure questa libera terra, per non aver voluto fare un ultimo sforzo, fu rigettata nel servaggio – ricalpestata dal piede del mercenario e ridotta in più miserabile condizione che non fosse prima della gloriosa sua rivoluzione.

Donne vezzose e care della Sicilia, udite la voce dell’uomo che ama sinceramente il vostro bel paese a cui è vincolato di affetto pell’intiera sua vita. Egli non vi chiede nulla per lui – nulla per altri – ma per la patria comune. Egli chiede il potente vostro concorso. Chiamate questi fieri isolani alle armi! – Vergognate coloro che si nascondono nel grembo della madre o dell’amata.

La Cairoli di Pavia – ricchissima – carissima gentilissima matrona – avea quattro figli – uno morto a Varese sul cadavere d’uno austriaco che egli avea ammazzato! Il maggiore, Benedetto, l’avete nella Capitale, giacente ancora, ferito a Calatafimi e a Palermo. Il terzo, Enrico, vive col cranio spaccato negli stessi combattimenti, ed il quarto – fa parte di questo Esercito – mandato da quella madre incomparabile. Donne! mandate qui i vostri figli – i vostri amanti! In pochi… la contesa sarà lunga, dubbiosa e piena di pericoli per tutti! In molti… noi vinceremo con l’imponenza – non vi saranno battaglie – presto vedremo realizzate le speranze di venti generazioni di Italiani! ed io vi ridonerò i vostri cari, col volto abbronzato sui campi di battaglia… coronata la fronte dell’aureola della vittoria, e benedetti da quelle stesse soffrenti e serve popolazioni, che vi mandarono i loro figli al riscatto della vostra terra!


Messina, 3 agosto 1860.

GIUSEPPE GARIBALDI 
 


Da: Archivio dei decreti garibaldini in http://storiacostituzionale.altervista.org

 

 

Guida alla Lettura              


1) Che cosa chiede Garibaldi alle donne siciliane?


2) Per quali aspetti patriottici Adelaide viene additata come esempio? 

3) «Ma, orsono dodici anni, il valore siciliano ottenne lo stesso risultato; eppure questa libera terra, per non aver voluto fare un ultimo sforzo, fu rigettata nel servaggio – ricalpestata dal piede del mercenario e ridotta in più miserabile condizione che non fosse prima della gloriosa sua rivoluzione». A quale evento si riferisce Garibaldi con queste parole? Per rispondere puoi consultare le unità:

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