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Sei in: Fare l'Italia, fare gli italiani - Un decennio di preparazione e di guerre (1850-1859) - 2 SPAZI, TEMPI, EVENTI - 2.2 Il Regno di Sardegna - Cavour guida il Regno di Sardegna 

Cavour guida il Regno di Sardegna

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Camillo Benso di Cavour

Nel cosiddetto “decennio di preparazione”(1850-1859) la politica interna ed estera del Regno di Sardegna fu gestita da Camillo Benso di Cavour, dapprima come ministro dell’Agricoltura, del Commercio e delle Finanze e, dal 1852 quasi ininterrottamente fino al 1861, come primo ministro.
In ognuno dei suoi incarichi ministeriali introdusse innovazioni significative:

  • fece accordi di libero scambio doganale con Inghilterra, Belgio e Francia, cercando di favorire l’esportazione di prodotti piemontesi;

  • introdusse l’uso di concimi chimici e fece costruire una rete di canali di irrigazione, fatti che riducevano drasticamente i danni di carestie improvvise;

  • avviò al pareggio di bilancio lo Stato piemontese, imponendo tasse sulle proprietà della Chiesa e limitandone il suo strapotere;

  • creò il primo nucleo di una banca nazionale: la Banca Nazionale degli Stati Sardi, che era l’unica autorizzata a emettere cartamoneta e aveva funzione di cassiere dello Stato.

  • Come primo ministro agì in modo spregiudicato sia in politica interna che estera.

  • In politica interna, per sostenere il suo governo conservatore, rifiutò l’appoggio dei deputati più clericali e reazionari e ottenne quello dei deputati della sinistra (allora non certo radicali) in un connubio che diede forma a un governo, diremmo oggi, centrista.

  • In politica estera, per far conoscere il piccolo Regno di Sardegna alle grandi potenze di allora, non esitò a far partecipare il suo Stato alla guerra di Crimea (1855-1856), a fianco di Francia, Inghilterra e Impero turco contro la Russia (che venne sconfitta). La guerra produsse numerosi risultati: dal primo uso tattico del telegrafo per testimoniare in diretta l’andamento del conflitto, all’isolamento e quindi indebolimento dell’Austria, che non volle schierarsi a fianco della Russia sua alleata storica. Ma il fatto più importante fu che Cavour poté sedere insieme alle grandi potenze vincitrici al Congresso di pace di Parigi, dove non ottenne ingrandimenti territoriali in cambio della partecipazione piemontese, ma, per la prima volta in una sede internazionale, pose almeno in discussione la questione del Risorgimento italiano. Uno storico tedesco per l’occasione coniò il nome di Realpolitik per indicare la politica di Cavour, che «non consiste nel proclamare ideali, ma nel raggiungere obiettivi concreti, nel sapersi adattare rapidamente per gestire fatti nuovi». (Rusconi)

 

Dopo la guerra di Crimea, Cavour riuscì, infatti, a stabilire un rapporto di fiducia con la Francia di Napoleone III, ma anche con l’Inghilterra. Fu però con la Francia che stipulò una alleanza in funzione antiaustriaca, con lo stesso Napoleone nella cittadina termale di Plombières: se l’Austria avesse minacciato militarmente il Piemonte ci sarebbe stata guerra e la Francia avrebbe appoggiato il Piemonte per conquistare il Lombardo-Veneto, in cambio della contea di Nizza e della regione della Savoia. La Francia avrebbe desiderato avere anche una specie di protettorato su Toscana e Regno delle Due Sicilie, per divenire la prima potenza del Mediterraneo. Cavour accettò e considerò gli accordi un suo personale successo, perché non rientrava nei suoi progetti la nascita di uno Stato nazionale italiano. Egli puntava solo all’ingrandimento del Piemonte per trasformarlo in una potenza economica avanzata, capace di competere con le altre potenze europee.

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