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L’impianto manualistico serve poco
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Bersaglieri e corazzieri
Fare l'Italia, fare gli italiani
Il processo di unificazione nazionale
Sei in: Fare l'Italia, fare gli italiani - Il completamento dell’unità e la costruzione dello Stato - 3 SOGGETTI E PROTAGONISTI - Bismarck e Cavour a confronto
Bismarck e Cavour a confronto
Cavour e Bismarck presentano molti tratti comuni, ma anche profonde differenze. Entrambi sono stati primi ministri di due regni che avrebbero condotto all’unificazione nazionale rispettivamente dell’Italia e della Germania nella seconda metà dell’Ottocento.
Sono stati definiti entrambi politici dotati di Realpolitik, ossia di una visione pragmatica dei fatti, che li portava a compiere la scelta più opportuna in base ai risultati possibili più che rispettando i loro principi. Inoltre furono accusati entrambi di “cesarismo”, perché leader politici senza avversari in grado di competere con loro. Ma le differenze esistono e sono pure vistose.
Cavour era un intellettuale, illuminista, profondo conoscitore del diritto e dell’economia, ammiratore delle potenze occidentali, soprattutto dell’Inghilterra, in cui aveva soggiornato analizzando le grandi trasformazioni industriali e sociali della seconda rivoluzione industriale. Mise in pratica quanto aveva appreso e cercò di costruire una nazione che si ispirasse ai principi borghesi di queste grandi potenze.
Bismarck era autoritario e conservatore, educato secondo i rigidi principi dell’accademia militare prussiana. Il suo spirito era fine, ma poco incline alla cultura; non ammirava le potenze dell’Europa occidentale, anzi il suo intento era di costruire un nuovo Occidente, in competizione con quello già esistente. Era convinto che con un’aggressiva forza militare e con la guerra avrebbe ottenuto l’unificazione della Germania. Sul piano politico privilegiava le decisioni immediate, non le mediazioni parlamentari e contava sull’appoggio dell’autorità del re di Prussia, Guglielmo I, che aveva in lui estrema fiducia.
Al contrario Cavour era un liberale convinto, paziente tessitore, capace di lunghe mediazioni pur di allargare il consenso verso di lui. Credeva nel ruolo del Parlamento, al contrario del re Vittorio Emanuele II, tendenzialmente autoritario.
La diversità di idee di Cavour e Bismarck, che guidarono il processo di unificazione nazionale, influì anche sull’organizzazione politica dei due paesi: l’Italia ebbe un regime parlamentare abbastanza efficace per l’epoca, mentre in Germania il Reichstag ebbe un ruolo sempre marginale.
A sinistra, Francesco Hayez, Ritratto di Camillo Benso di Cavour, 1864, olio su tela, 79x64 cm,
Pinacoteca di Brera, Milano. A destra, Otto von Bismarck
Secondo alcuni storici Adolf Hitler sarebbe l’erede del pensiero e delle azioni di Bismarck. Sicuramente entrambi credevano nella forza militare e nella guerra come soluzione dei problemi, ma Bismarck non ebbe la smania di espansione territoriale di Hitler che tentò di conquistare le pianure della Russia. La sua intenzione era unificare il popolo tedesco, ma rispettò l’integrità territoriale dell’Austria e della Boemia (che al contrario Hitler inglobò).
Bismarck infine non ebbe un’ideologia razzista, né mai accennò all’antisemitismo, che invece erano colonne portanti del pensiero di Hitler.