Guida alla Lettura
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Fonti consultate
L’impianto manualistico serve poco
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Bersaglieri e corazzieri
Fare l'Italia, fare gli italiani
Il processo di unificazione nazionale
Sei in: Fare l'Italia, fare gli italiani - Il Romanticismo, un movimento di libertà e giustizia. Patrioti e intellettuali, artisti e soldati - 2 MELODRAMMA E RISORGIMENTO - Giuseppe Verdi, il musicista simbolo del Risorgimento - Attila: brani significativi
Attila: brani significativi
CORO Urli, rapine,
gemiti, sangue, stupri, rovine,
e stragi e fuoco
d’Attila è gioco.
O lauta mensa,
che a noi sì ricco suol dispensa!
Wodan non falla,
ecco il Valhalla!...
T’apri agli eroi...
terra beata, tu se’ per noi.
Attila viva;
ei la scopriva!
Il re s’avanza,
Wodan lo cinge di sua possanza.
(Prologo, scena I)
ATTILA Eroi, levatevi! Stia nella polvere
chi vinto muor.
Qui!... circondatemi; l’inno diffondasi
del vincitor.
I figli d’Attila vengono e vincono
a un colpo sol.
Non è sì rapido solco di fulmine,
d’aquila il vol.
CORO Viva il re delle mille foreste,
di Wodano ministro e profeta;
la sua spada è sanguigna cometa,
la sua voce è di cielo tuonar.
Nel fragore di cento tempeste
vien lanciando dagl’occhi battaglia;
contro i chiovi dell’aspra sua maglia
come in rupe si frangon gli acciar.
(Prologo, scena II)
ULDINO Mirabili guerriere
difesero i fratelli...
ATTILA Che sento? A donne imbelli
chi mai spirò valor?
ODABELLA Santo di patria indefinito amor!
Allor che i forti corrono
come leoni al brando
stan le tue donne, o barbaro,
sui carri lagrimando.
Ma noi, donne italiche,
cinte di ferro il seno,
sul fumido terreno
sempre vedrai pugnar.
ATTILA Bella è quell’ira, o vergine,
nel scintillante sguardo;
Attila, i prodi venera,
abomina il codardo...
O valorosa, chiedimi
grazia che più ti aggrada.
ODABELLA Fammi ridar la spada!
ATTILA La mia ti cingi!...
ODABELLA (Oh acciar!)
Da te questo or m’è concesso,
o giustizia alta, divina!
L’odio armasti dell’oppresso
coll’acciar dell’oppressor.
Empia lama, l’indovina
per qual petto è tua punta?
Di vendetta l’ora è giunta...
fu segnata dal signor.
(Prologo, scena III)
EZIO L’orbe intero
Ezio in tua man vuol dar.
Tardo per gli anni, e tremulo,
è il regnator d’oriente;
siede un imbelle giovine
sul trono d’occidente;
tutto sarà disperso
quand’io mi unisca a te...
Avrai tu l’universo,
resti l’Italia a me.
ATTILA Dove l’eroe più valido
è traditor, spergiuro,
ivi perduto è il popolo,
e l’aer stesso impuro;
ivi impotente è dio,
ivi è codardo il re...
là col flagello mio
rechi Wodan la fé!
EZIO Ma se fraterno vincolo
stringer non vuoi tu meco,
Ezio ritorna ad essere
di Roma ambasciator.
Dell’imperante cesare
ora il voler ti reco...
ATTILA È van! Chi frena or l’impeto
del nembo struggitor?
Vanitosi! Che abbietti e dormenti
pur del mondo tenete la possa,
sovra monti di polvere e d’ossa
il mio baldo corsier volerà.
Spanderò la rea cenere ai venti
delle vostre superbe città.
EZIO Fin che d’Ezio rimane la spada,
starà saldo il gran nome romano:
di Chalons lo provasti sul piano
quando a fuga t’aperse il sentier.
Tu conduci l’eguale masnada,
io comando gli stessi guerrier.
(Prologo, scena V)
EREMITI Cessato alfine il turbine,
più il sole brillerà.
FORESTO Sì, ma il sospir dell’esule
sempre la patria avrà.
Cara patria, già madre e reina
di possenti magnanimi figli,
or macerie, deserto, ruina,
su cui regna silenzio e squallor;
ma dall’alghe di questi marosi,
qual risorta fenice novella,
rivivrai più superba, più bella
(Prologo, scena VII)
ODABELLA Foresto, rammenti
di Giuditta che salva Israele?
Da quel dì che ti pianse caduto
con suo padre sul campo di gloria,
rinnovar di Giuditta l’istoria
Odabella giurava al Signor.
FORESTO Dio! Che intendo!
ODABELLA La spada del mostro,
vedi, è questa! Il Signor l’ha voluto!
(Atto I, scena II)
EZIO Ben io verrò... Ma qual s’addice al forte,
il cui poter supremo
la patria leverà da tanto estremo!
Dagli immortali vertici
belli di gloria, un giorno,
l’ombre degli avi, ah, sorgano
solo un istante intorno!
Di là vittrice l’aquila
per l’orbe il vol spiegò...
Roma nel vil cadavere
chi ravvisare or può?
(Atto II, scena I)
EZIO È gettata la mia sorte,
pronto sono ad ogni guerra;
s’io cadrò da forte,
e il mio nome resterà.
Non vedrò l’amata terra
svenir lenta e farsi a brano...
sopra l’ultimo romano
tutta Italia piangerà.
(Atto II, scena IV)
ULDINO Uldin, paventi?
Breton non sei tu?
O il cor più non t’ange
la patria che piange?
O più non rammenti
la rea servitù?
(Atto II, scena VI)
EZIO Che più s’indugia?... Attendono
i miei guerrieri il segno...
Proromperan, quai folgori,
tutti sul mostro indegno.
FORESTO Non un, non un de’ barbari
ai lari tornerà.
(Atto III, scena III)
FORESTO Di qual dono beffardo fai vanto?
Tu m’hai patria ed amante rapita;
in abisso d’affanni la vita
hai, crudele, cangiato per me!
O tiranno... con morte soltanto
può frenarsi quest’odio per te.
(Atto III, scena V)
Attività
1) Il personaggio di Odabella, come quello di Elena ne I Vespri siciliani, incarna le caratteristiche delle donne patriote ed eroiche, che contribuirono a diffondere e a sostenere, anche materialmente (con elargizioni di denaro, ospitalità di patrioti, tentativi di intercessione presso i potenti ecc.) la causa dell’unità d’Italia. Quali sono queste caratteristiche? A quali personaggi femminili dell’epoca si possono accostare Odabella e Elena? Puoi consultare la seguente unità per avviare la tua ricerca:
2) Nell’Attila troviamo il tema del contrasto fra l’antica potenza di Roma e la decadenza al tempo di Attila: segnala le parole e le frasi che lo esprimono.
3) Ricerca in Internet quali siano realtà storica e finzione scenica nella vicenda di Attila.