top of page

Sei in: Fare l'Italia, fare gli italiani - Il biennio 1848-1849 - 3 SOGGETTI E PROTAGONISTI - Andrea Aguyar 

Andrea Aguyar

Andrea Aguyar era nato a Montevideo in Uruguay, figlio di schiavi e schiavo lui stesso fino al 1842, quando la schiavitù venne abolita nel paese per avere a disposizione altri soldati nella guerra civile che infuriava. Garibaldi lo conobbe e ne apprezzò il valore durante l’assedio di Montevideo, a cui partecipava insieme ad altri esuli italiani in Sud America che si erano costituiti in Legione italiana al suo comando. Quando nel 1848 giunsero in Uruguay notizie del grande moto insurrezionale che stava dilagando in Europa e in Italia, Garibaldi si imbarcò per tornare in patria insieme a molti patrioti della Legione italiana e Aguyar lo seguì.
Andrea, abilissimo a cavalcare e ad usare il lazo, con cui riusciva a recuperare i cavalli rimasti senza cavaliere in battaglia, partecipò alle battaglie della Prima guerra d’indipendenza come luogotenente dello Stato Maggiore di Garibaldi. Era sempre al suo fianco, tanto che alcune riviste malevole dell’epoca parlavano di lui come del servo nero di Garibaldi. Ma Aguyar non era un servo e il suo rapporto con il Generale era di profondo affetto e devozione, come successe a molti altri uomini che accompagnarono Garibaldi in quegli anni. Si racconta che più volte gli salvò la vita e che, lontano dal campo di battaglia, gli offrisse la sua sella per permettergli di riposare con più comodità e gli costruisse una specie di tenda con la lancia e il mantello.

GaribaldiNegro1849.jpg

George Housman Thomas, Andrea Aguyara cavallo dietro Garibaldi, illustrazione

Nel 1849 seguì Garibaldi anche a Roma e partecipò alla sua difesa. Il 30 giugno fu colpito da una bomba nei pressi di Santa Maria in Trastevere. Fu portato nella vicina Santa Maria della Scala, a quel tempo adibita a ospedale, e prima di morire si dice che abbia gridato: «Lunga vita alle repubbliche di America e Roma!». In un quadro di Eleuterio Pagliano il suo corpo appare accanto a quello di Luciano Manara.
Aguyar fu dunque uno degli eroi della Repubblica Romana e il suo nome figura nell’elenco dei patrioti sepolti nell’ossuario garibaldino. Ma il suo busto non è presente tra le tante statue collocate sul Gianicolo alla fine dell’Ottocento accanto al monumento di Garibaldi; a lui, non lontana dal luogo in cui fu ucciso, è dedicata solamente una scalinata, che porta il nome di Andrea il Moro.

Guida alla Lettura

1) Perché credi che Aguyar abbia seguito Garibaldi in Italia e gli sia stato a fianco nelle battaglie successive?

2) In base alle parole dette da Aguyar alla sua morte, potresti inserirlo tra i volontari internazionali che in quegli anni combattevano per la libertà e il diritto di tutti i popoli a una patria indipendente?

3) Perché, secondo te, la stampa contraria a Garibaldi presentava Aguyar come il suo servo nero?

4) Perché credi che a lui non sia stato dedicato nessun monumento, ma solo una scala in cui non appare neppure il suo nome completo? Pensa ad alcuni fatti dell’epoca e al modo di pensare del periodo in cui fu costruito il complesso monumentale in onore di Garibaldi sul Gianicolo: la permanenza dello schiavismo, il colonialismo anche da parte dell’Italia, la diffusione di ideologie razziste.

bottom of page